07.09.2023 Views

Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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Le istituzioni hanno un bel<br />

daffare nell’inseguire le<br />

evoluzioni della società,<br />

che è già oltre gli insetti<br />

e va verso le colture<br />

cellulari: a che punto è la<br />

normativa su questo tema?<br />

Il Regolamento sul novel<br />

food è, a mio parere,<br />

sufficiente per permetterci<br />

di affrontare tutte le<br />

possibili novità che possono<br />

emergere in questi campi.<br />

Si tratta, infatti, di un<br />

framework generale che<br />

disciplina tutti gli alimenti<br />

nuovi. Il punto stressato<br />

da queste nuove sfide<br />

scientifiche, invece, riguarda<br />

la tipologia dei dati che<br />

devono essere richiesti in<br />

sede di valutazione.<br />

Ai fini della dimostrazione<br />

di sicurezza occorre che<br />

il regolatore chieda solo e<br />

soltanto quelli necessari,<br />

nulla di più e nulla di meno<br />

di questo. Il legislatore deve<br />

infatti tutelare la sicurezza<br />

del cittadino senza gravare<br />

più di quanto è necessario<br />

sui costi che le aziende<br />

devono sostenere. Costi che,<br />

in definitiva, finirebbero<br />

per ricadere sui cittadini.<br />

Dall’altro lato, se i dati<br />

richiesti da Efsa sono<br />

inferiori a quelli necessari<br />

per definire la sicurezza<br />

del prodotto, potrebbero<br />

nascere problemi di<br />

sicurezza. A mio parere,<br />

quindi, il problema non<br />

riguarda la norma primaria<br />

(ovvero il Regolamento<br />

comunitario) ma aspetti<br />

quali i dati che le aziende<br />

sono tenute a fornire,<br />

i criteri di valutazione<br />

del dossier che devono<br />

presentare per ottenere<br />

la qualifica di novel food.<br />

Da questi punti di vista,<br />

ecco che ogni innovazione<br />

richiede una valutazione<br />

specifica. Come vede,<br />

l’approccio al novel food<br />

implica la necessità di<br />

tenere conto di tanti<br />

fattori: dalla sostenibilità<br />

ambientale a quella<br />

economica, fino al bisogno<br />

di ottenere nuove fonti<br />

proteiche che ci permettano<br />

di ampliare la gamma di<br />

alimenti disponibili.<br />

DEFINIZIONE NORMATIVA DI NOVEL FOOD<br />

In accordo all’art. 3, comma 2 del Regolamento UE 2283/2015, “nuovo alimento è<br />

qualunque alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano<br />

nell’Unione prima del 15 maggio 1997 a prescindere dalla data di adesione all’Unione<br />

degli Stati membri” che:<br />

abbia una struttura molecolare nuova o volutamente modificata;<br />

sia costituito, isolato o prodotto da microorganismi, funghi, alghe o da materiali di<br />

origine minerale o da piante o parti di piante, o da animali o parti di animali o da<br />

colture cellulari;<br />

risulti da un nuovo processo di produzione che comporti cambiamenti sui valori<br />

nutrizionali, sul metabolismo, sul tenore delle sostanze indesiderabili;<br />

sia costituito da nanomateriali ingegnerizzati;<br />

sia ricompreso nella categoria delle vitamine o dei minerali;<br />

sia utilizzato esclusivamente in integratori alimentari se destinati a uso diverso.<br />

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