ITALIA, REGINA EUROPEA DEGLI INTEGRATORI IL NOSTRO PAESE È DI GRAN LUNGA IL PRIMO IN EUROPA IN UN MERCATO CHE HA PREVISIONI DI CRESCITA PIÙ CHE OTTIMISTICHE, GUIDATO DA MOLTI FATTORI SOCIALI E DEMOGRAFICI, NON SEMPRE POSITIVI Simone Montonati 58
makinglife | settembre <strong>2023</strong> L’Italia è il primo mercato europeo degli integratori con 4,5 miliardi di euro di fatturato e una quota in volume che sfiora il 29%. Anche in termini di fatturato i dati sono lusinghieri: nel 2020, quando si stimava un mercato europeo di 14,6 miliardi di euro, l’Italia ne deteneva oltre un quarto con 3,8 miliardi di euro (dati Mediobanca). Dietro, ben staccati, c’erano Germania – accreditata per 2,7 miliardi (18,8% del mercato complessivo) – Francia (2,1 miliardi per 14,7%), Russia (1,6 miliardi e 11%) e Regno Unito (1,4 miliardi al 9,5%). Secondo le proiezioni, il nostro Paese è destinato a mantenere 19 MLD DI EURO La proiezione del mercato europeo di integratori nel 2025 questa leadership anche in futuro: in un mercato comunitario in crescita del 6% annuo e proiezioni a 19 miliardi di euro complessivi entro il 2025, l’Italia potrebbe sfiorare quota 5 miliardi mantenendo un’ampia superiorità nei confronti dei concorrenti tedesco (3,6 miliardi) e francese (3,1 miliardi). A guidare la crescita è soprattutto l’innovazione di prodotto: nel 2020, a fronte di un calo dello 0,8% dei prodotti più maturi, i nuovi lanci hanno registrato un promettente +3,7%. LEADERSHIP ITALIANA Il divario con gli altri mercati europei appare ancora più evidente se confrontiamo la spesa pro-capite, che nel nostro Paese è doppia rispetto a quella di Germania e Francia e tre volte quella del Regno Unito. Ogni italiano spende infatti 63,60 euro all’anno per integrare la propria dieta contro i 32,90 euro di un tedesco, i 31,70 di un francese e i 20,60 euro di un cittadino britannico. Questa differenza deriva da diversi fattori. Innanzitutto un’elevata penetrazione di questa categoria sul mercato nostrano. Secondo un’indagine del Censis, già nel 2019 il 54% della popolazione italiana faceva uso di integratori (il 65%, se consideriamo solo gli adulti) soprattutto nella cosiddetta fascia attiva: tra i 35 e i 64 anni era il 63%. Per 18 milioni di persone gli integratori rappresentavano un compagno abituale cui ricorrevano più volte alla settimana (se non quotidianamente). Non stupisce dunque che adesso gli integratori rappresentino la categoria di prodotto più richiesta dopo i farmaci a prescrizione medica. Vi sono altri due elementi che contribuiscono a distanziarci dagli altri Paesi: un uso più frequente del prodotto e un maggior costo medio delle confezioni. I cittadini italiani consumano mediamente 4,1 confezioni di integratori a testa (ma sarebbero 8 se considerassimo solo i consumatori attivi) mentre i tedeschi, ad esempio, si fermano a 3,2. Si tratta peraltro di un numero che negli anni continua ad aumentare: in dieci anni in Italia è quasi raddoppiato (era 2,1 nel 2010). Anche il costo unitario, però, incide in modo considerevole dato che una confezione in Germania ha un prezzo medio di 9,7 euro mentre in Italia costa il 60% in più (15,60 euro). PROBIOTICI E DISTURBI INTESTINALI I dati di vendita fino a dicembre 2022 provenienti dalle farmacie – che vendono quasi l’80% di tutti gli integratori in Italia – mostrano che al primo posto tra le preferenze degli italiani ci sono i probiotici, con 398 milioni di euro di fatturato e una crescita superiore all’11% rispetto all’anno precedente (dati Centro Studi Integratori & Salute). A seguire vi sono i sali minerali con 234 milioni di euro (+7,9%), le vitamine e i tonici con circa 200 milioni ciascuno (ma con crescite diverse, rispettivamente al 10 e al 18%) e gli integratori per il controllo della lipidemia con 172 milioni di euro (in flessione del 7,1%). Tra gli altri prodotti vanno segnalati, per il loro trend 5 MLD DI EURO La proiezione del mercato italiano di integratori nel 2025 di crescita, i prodotti contro la tosse (+61%), gli integratori per le funzioni immunitarie (+20%) e gli antiacidi e antireflusso (+18,4%). Per quanto riguarda gli obiettivi di acquisto, la categoria più gettonata sembra essere quella dei prodotti per il benessere intestinale e dell’apparato digerente che nel 2022 hanno registrato vendite a ridosso dei 92 milioni di pezzi (quasi il 30% del totale). In termini di fatturato, questi prodotti hanno raggiunto nel 2020 vendite per 413 milioni (circa l’11% del totale), posizionandosi davanti ai supplementi per l’apparato circolatorio con 292 milioni (7,7%), quelli per il sistema urinario e riproduttivo con 256 milioni (6,8%), le soluzioni tonificanti, stimolanti e per lo sport pari a 236 milioni (6,2%), e quelle per il sistema respiratorio a 219 milioni (5,8%). 59