07.09.2023 Views

Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />

considerare l’esistenza<br />

dei fattori limitanti legati<br />

all’introduzione di nuovi<br />

alimenti sviluppati per<br />

avere delle proprietà<br />

specifiche. Tali alimenti<br />

potranno quindi avere costi<br />

relativamente importanti<br />

per la popolazione generale<br />

ed essere associati ad altri<br />

problemi, non ultimo quello<br />

della palatabilità. Inoltre,<br />

i novel food (soprattutto<br />

quando sono molto “novel”)<br />

richiedono un attento<br />

monitoraggio dal punto<br />

di vista della sicurezza<br />

d’impiego, dell’allergenicità<br />

e di tutti i parametri che<br />

sono tipici del setting di<br />

utilizzo routinario al di là<br />

dell’ambito sperimentale.<br />

In linea di massima,<br />

dunque, i novel food<br />

potranno contribuire ad<br />

aumentare la sostenibilità<br />

delle cure, soprattutto<br />

per quanto riguarda la<br />

componente proteica, ma<br />

ciò richiederà tempo.<br />

Nell’ottica, invece, di<br />

alimentazione funzionale<br />

(mi riferisco ad esempio<br />

agli alimenti arricchiti)<br />

e integrazione specifica,<br />

esistono già evidenze che<br />

supportano interventi<br />

sui fattori di rischio per<br />

malattia o condizioni<br />

patologiche che ne<br />

riducono l’impatto sul<br />

sistema sanitario nazionale.<br />

In questa prospettiva,<br />

potremmo pensare ad<br />

esempio di ottenere una<br />

riduzione maggiore della<br />

“<br />

I novel food<br />

potranno<br />

contribuire anche<br />

ad aumentare<br />

la sostenibilità<br />

delle cure,<br />

soprattutto per<br />

la componente<br />

proteica, ma ciò<br />

richiederà tempo<br />

colesterolemia, così come<br />

la riduzione di qualche<br />

millimetro di mercurio<br />

della pressione arteriosa<br />

nella popolazione generale<br />

utilizzando alimenti<br />

funzionali o integratori.<br />

Spostandoci nell’ambito<br />

della patologia, un<br />

obiettivo potrebbe essere<br />

rappresentato dalla<br />

prevenzione e attenuazione<br />

della sarcopenia, un<br />

fenomeno in forte<br />

diffusione nel nostro Paese<br />

sia a causa dell’aspettativa<br />

di vita molto elevata, sia<br />

per lo scadimento generale<br />

della qualità media della<br />

dieta in funzione anche<br />

della crisi economica e dei<br />

processi di globalizzazione<br />

spinta.<br />

La nutraceutica potrebbe<br />

avere un ruolo di supporto<br />

più incisivo nella gestione<br />

di alcuni unmet needs,<br />

come la patologia<br />

psichiatrica e le malattie<br />

infiammatorie croniche?<br />

In parte. Alcune condizioni<br />

specifiche ben codificate<br />

sono più facilmente<br />

aggredibili con approccio<br />

nutraceutico: un caso tipico<br />

è quello, già citato, dei<br />

parametri cardiometabolici,<br />

relativamente ai quali<br />

esistono marcatori<br />

misurabili. Per quanto<br />

riguarda, invece, la<br />

patologia psichiatrica,<br />

la nutraceutica<br />

può intervenire<br />

prevalentemente<br />

prevenendo le carenze di<br />

micronutrienti e agendo<br />

su alcune componenti<br />

sintomatologiche (come<br />

l’insonnia e l’astenia).<br />

Per quanto riguarda la<br />

componente ansiosodepressiva<br />

in quanto<br />

tale, siamo ancora<br />

abbastanza indietro, se<br />

non per quanto riguarda il<br />

supporto alla gestione della<br />

sintomatologia nelle forme<br />

più lievi.<br />

In merito alle patologie<br />

infiammatorie è possibile<br />

considerare interventi di<br />

tipo nutraceutico, anche<br />

se si tratta di un gruppo<br />

eterogeneo di malattie,<br />

con caratteristiche diverse<br />

e differenti risposte<br />

all’approccio nutraceutico.<br />

Inoltre, la patologia<br />

infiammatoria è fortemente<br />

condizionata dal pattern<br />

dietetico-comportamentale<br />

globale. È possibile inserire<br />

la componente nutraceutica<br />

nel quadro generale<br />

della malattia ma rimane<br />

necessario intervenire<br />

sulle sue basi. Per essere<br />

chiari, se il paziente<br />

assume una dieta proinfiammatoria<br />

(come può<br />

esserlo un’alimentazione<br />

ad alto indice glicemico<br />

e caratterizzata da una<br />

forte presenza di alimenti<br />

ultraprocessati) qualunque<br />

intervento nutraceutico<br />

si compia nella direzione<br />

della riduzione del carico<br />

infiammatorio rischia di<br />

essere inutile. Migliorando<br />

lo standard dieteticocomportamentale<br />

con una<br />

dieta di per sé ricca in<br />

nutraceutici antiossidanti,<br />

antinfiammatori e<br />

caratterizzata da un basso<br />

indice glicemico medio,<br />

allora la supplementazione<br />

con un nutraceutico può<br />

incrementare l’efficacia<br />

dello stile di vita salutare.<br />

Negli ultimi anni la<br />

ricerca ha prodotto dati<br />

interessanti sui peptidi<br />

bioattivi: con quali<br />

prospettive di impiego?<br />

Di recente si sono aperte<br />

molte linee di ricerca sui<br />

peptidi bioattivi, composti<br />

che possono avere diversa<br />

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