Carissimi Amiche ed Amici, - Missale Romanum

CAPITOLO II.
Abito piano.
1. Nome. – 2. Uso. – 3. Forma. – 4. Diversi tipi. – 5. Prelati religiosi. – 6. Segno di giurisdizione. –
7. Rettori amovibili, Dottori e altri sacerdoti.
1. Gli articoli delle enciclopedie sulla Chiesa cattolica sono in genere incompleti, spesso
inesatti. A partire dal XVI sec., la lingua inglese è essenzialmente protestante. Di qui la necessità,
quando si parla di cose riguardanti la liturgia della Chiesa, di ricorrere a termini stranieri o impropri.
Vediamo questa situazione esemplificata nel caso dell’indumento ecclesiastico di cui trattiamo
nel presente capitolo. In mancanza di una specifica parola inglese, ecclesiastici e sarti hanno
adottato i termini talare e zimarra. Il primo (talare o talare domestica) è inesatto, poiché questo
indumento è leggermente differente rispetto alla talare propriamente detta. Zimarra è il nome
italiano di tale indumento 1 , che ha la stessa etimologia e gli stessi significati dell’inglese simar.
Cogliamo dunque questa opportunità per eliminare i termini impropri e stranieri e adottare la parola
inglese simar, nel suo significato cattolico di veste ecclesiastica simile alla talare, ma ornata con
false maniche munite di bottoni (sovrammaniche) e con una mantellina corta e aperta che aderisce
al colletto (pellegrina).
2. A rigor di termini, l’abito piano dovrebbe essere un indumento da portare in casa, una sorta di
veste ecclesiastica da camera. Però durante il XIX sec. si diffuse la consuetudine di indossarlo fuori
casa e, data la comodità offerta dalla copertura supplementare sulle spalle, oggi c’è la tendenza a
sostituirlo alla talare come veste da casa e, nei paesi cattolici, anche da esterno; Pio IX 2 favorì
ulteriormente il diffondersi di questo abito, autorizzandone l’uso, dal 1870, per le udienze private in
Vaticano.
Tuttavia è proibito l’uso dell’abito piano in chiesa per le funzioni pubbliche, dal momento che i
servizi liturgici richiedono ordinariamente la cotta o il rocchetto, che possono essere indossati
soltanto sopra la talare; e va da sé che un Prelato non deve mai mettere sul suo abito piano nero il
rocchetto e la mozzetta o la mantelletta violacea, poiché tale combinazione di indumenti dissimili è
da ritenersi segno evidente di trascuratezza.
3. L’abito piano ha più o meno la stessa forma della talare ordinaria, ma differisce da questa per
l’aggiunta di una pellegrina senza bottoni attaccata al colletto, e di corte sovrammaniche che
rivestono le maniche ordinarie dalle spalle fino a poco sopra i gomiti, tagliate sul davanti e chiuse
da una fila di bottoni. Come la talare ordinaria, l’abito piano ha l’orlo inferiore tagliato
circolarmente ed è privo di coda; per tutti, eccettuati il Papa e i Religiosi, è fatto di lana nera, con
decorazioni rosse o violacee a seconda della stagione e del grado di chi lo indossa.
4. L’abito piano del Papa è completamente bianco, di satin in estate e di lana fine in inverno. Ha
la stessa forma dell’abito piano di tutti gli altri Prelati e non ha bisogno di una descrizione speciale;
i molti ritratti degli ultimi Pontefici hanno reso familiare questo indumento anche alla gente che non
ha mai avuto udienza dal Papa.
L’abito piano dei Cardinali è nero con decorazioni scarlatte; un abito piano analogo, ma
decorato in amaranto, viene portato da Arcivescovi, Vescovi e Prelati domestici; però nei giorni
penitenziali e feriali – che per i Prelati domestici sono limitati al venerdì santo e alla vacanza della
Santa Sede – devono portare un abito piano nero con decorazioni violacee.
1 Abbiamo preferito tradurre simar con abito piano piuttosto che con zimarra, visto che generalmente quest’ultimo termine non
viene associato all’abito ecclesiastico di cui si tratta nel presente capitolo (N.d.T.).
2 Donde il nome di abito piano (N.d.T.).
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