Carissimi Amiche ed Amici, - Missale Romanum
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CAPITOLO III.<br />
Mitra.<br />
1. Storia. – 2. Forma. – 3. Tipi di mitra. – 4. Espressioni scorrette. – 5. Un abuso. – 6. Prelati<br />
defunti. – 7. Mitra dei Vescovi orientali.<br />
1. Non esistono prove documentarie che attestino un uso generale della mitra anteriormente al X<br />
secolo. Prima di allora sembra che sia stata il copricapo proprio del Papa e dei membri più<br />
importanti del clero romano. Nell’XI secolo alcuni Papi cominciarono ad accordare il privilegio di<br />
portare la mitra a quei Vescovi che intendevano onorare in modo speciale 1 . Ma la mitra compare<br />
nella storia delle insegne episcopali solo a partire dal XII secolo. Da allora in poi, i Vescovi sono<br />
sempre rappresentati con la mitra; le porte bronzee della catt<strong>ed</strong>rale di Benevento, risalenti al 1150<br />
circa, raffigurano, fra l’altro, l’Arcivescovo di quella città insieme ai suoi venti Vescovi suffraganei,<br />
tutti con la mitra.<br />
Gli Abati adottarono la mitra nello stesso secolo 2 , nonostante le obiezioni di alcuni severi<br />
osservanti della regola, come S. Bernardo, che protestarono contro l’uso di questo nuovo<br />
ornamento, considerato un elemento di vanità mondana, da parte degli Abati. Ma tali pie lamentele<br />
non ebbero alcun seguito e, poco dopo la morte di S. Bernardo, l’uso della mitra divenne privilegio<br />
degli Abati così come dei Vescovi.<br />
2. La mitra è costituita da due pezze lisce di tessuto che si chiudono a punta, cucite insieme ai<br />
lati nella parte inferiore; e da due lembi cuciti alla base della parte posteriore, detti infule o vitte o<br />
fanoni (in latino infulae, vittae), che ricadono all’indietro sulle spalle. Originariamente queste infule<br />
dovevano essere fettucce o lacci destinati ad essere legati sotto il mento per assicurare la mitra al<br />
capo del Prelato.<br />
Spesso gli artisti e i produttori di indumenti ecclesiastici perdono di vista l’ornamentazione<br />
tradizionale della mitra, che consiste essenzialmente in due bande chiamate rispettivamente circulus<br />
e titulus.<br />
Il circulus è una banda che circonda la base della mitra, in modo da formare una corona intorno<br />
alla fronte del Prelato; il titulus è la banda perpendicolare al circulus 3 . Spesso, quantunque<br />
erroneamente, si ricamano sulla mitra una croce o disegni floreali invece di queste due bande<br />
tradizionali. Nell’ultimo quarto di secolo si assiste ad un diffuso movimento di ritorno alla forma<br />
elegante e alla decorazione tradizionale della mitra m<strong>ed</strong>ievale. Tale forma di mitra era la sola in uso<br />
fino al termine del XVI secolo, quando cominciò a diffondersi una nuova forma di mitra, che presto<br />
fu adottata quasi dappertutto, nota come “mitra del XVII secolo” o “mitra italiana”. Di forma<br />
ogivale, è lunga circa 45 centimetri e, nella maggior parte dei casi, non ha titulus né circulus. Tale<br />
mitra alta non solo appare brutta e sproporzionata, ma risulta anche pesante e scomoda da indossare.<br />
Questi difetti hanno indotto molti Prelati a tornare alla forma prerinascimentale della mitra, la<br />
cosiddetta “mitra bassa”, più tradizionale nella forma e nella decorazione, molto meno pesante e<br />
perfettamente stabile sulla testa.<br />
1 S. Leone X, nel 1049, concesse la “mitra romana”, insieme al titolo di Primate, a Everardo, Arcivescovo di Treviri. Si tratta<br />
della più antica testimonianza conosciuta di concessione della mitra. Esistono altre testimonianze anteriori a questa, ma i documenti<br />
che le riportano sono di dubbia autenticità.<br />
2 Secondo MABILLON, il primo a conc<strong>ed</strong>ere la mitra ad un Abate fu Alessandro II nel 1061; l’Abate era Elgesino di S. Agostino,<br />
Canterbury. Tuttavia, esistono testimonianze di concessioni anteriori a questa data.<br />
3 CAHIER e MARTIN, Noveaux mélanges d’archéologie, Décoration d’églises, p. 1 seq. – BATTANDIER, Annuaire pontifical 1900,<br />
p. 185.