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Carissimi Amiche ed Amici, - Missale Romanum

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CAPITOLO V.<br />

Altri pontificali.<br />

1. Bugia o palmatoria. – 2. Tunicella e dalmatica. – 3. Grembiale. – 4. Formale.<br />

In questo capitolo abbiamo raggruppato quattro pontificali, la bugia o palmatoria, la tunicella e<br />

la dalmatica, il grembiale e il formale, visto che le prescrizioni del cerimoniale riguardanti<br />

materiale, forma e uso di queste quattro insegne non sono così numerose da giustificare uno studio<br />

separato per ciascuna.<br />

Bugia o palmatoria.<br />

1. La bugia o palmatoria, chiamata dalle rubriche bugia, palmatoria o scotula, è un basso<br />

candeliere con un lungo manico. Viene tenuta vicino al libro da uno dei cappellani del Prelato<br />

quando questi legge o canta qualcosa dal libro 1 .<br />

Secondo il cerimoniale stretto, dovrebbe essere d’oro o d’argento dorato per Cardinali e<br />

Patriarchi, e d’argento per tutti gli altri Prelati; ma questa distinzione non viene quasi mai osservata<br />

nella pratica. Il Papa non usa la bugia; al suo posto il Vescovo Assistente al soglio pontificio, che<br />

svolge l’ufficio di porta-candela del Papa, tiene una normale candela di cera.<br />

Fino al 1905 solo i Prelati investiti del carattere episcopale e coloro che godevano del privilegio<br />

dei pontificali avevano il permesso di usare la bugia. Gli altri potevano farlo solo in virtù di indulti<br />

personali.<br />

Con la Costituzione Apostolica Inter multiplices (1905), Papa Pio X ha consentito a tutti i<br />

Prelati, anche ai Protonotari apostolici titolari (e quindi ai Vicari Generali e agli Amministratori<br />

delle diocesi vacanti, se non sono già Prelati ad altro titolo), di usare la bugia non solo alla Messa<br />

solenne, ma anche alla Messa letta celebrata con una certa solennità, ai Vespri e agli altri uffici,<br />

purché non siano celebrati in presenza di un Prelato di più alto grado 2 .<br />

Dalmatica e tunicella.<br />

2. Quando un Prelato celebra la Messa pontificale indossa sotto la pianeta i paramenti propri del<br />

suddiacono e del diacono, cioè la tunicella e la dalmatica, per simboleggiare la pienezza dei tre<br />

ordini sacri da lui poss<strong>ed</strong>uti. Talvolta questi due paramenti vengono definiti insieme tunicelle, ma le<br />

rubriche del Cerimoniale dei Vescovi li distinguono appropriatamente in tunicella e dalmatica 3 .<br />

Sono in seta e hanno forma simile ai corrispondenti paramenti del suddiacono e del diacono, ma<br />

sono leggermente più corti (arrivano poco sopra le ginocchia) perché il Prelato non sia ostacolato<br />

dall’eccessivo peso delle vesti. La tunicella dovrebbe essere un po’ più lunga e avere le maniche più<br />

strette della dalmatica; entrambe sono tagliate ai lati dall’orlo inferiore fino alle maniche, ma le<br />

maniche non devono essere tagliate né tanto meno eliminate, come talvolta si fa.<br />

Tunicella e dalmatica devono aderire al collo; per facilitare il passaggio della testa, la linea delle<br />

spalle presenta un taglio in corrispondenza dell’apertura del collo, munito alle estremità di due<br />

fettucce in seta, che i cappellani allacciano dopo aver messo il paramento al Prelato 4 .<br />

1 Nessun prelato può usare la bugia alle funzioni del venerdì santo. – Caeremoniale Episcoporum, II, XXV, 13. – S. C. R., 30<br />

luglio 1910.<br />

2 V<strong>ed</strong>i il testo riportato in appendice.<br />

3 Caeremoniale Episcoporum, II, VIII, 18.<br />

4 Ibid.<br />

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