Carissimi Amiche ed Amici, - Missale Romanum
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legittimamente usare il pastorale fuori del proprio monastero, neppure con l’autorizzazione del<br />
Vescovo 6 ; per ottenere questo privilegio è necessario un indulto apostolico.<br />
Il pastorale si tiene con la mano sinistra all’impugnatura, subito sotto il nodo che unisce il<br />
ricciolo all’asta, con la parte curva rivolta in avanti 7 . Il Prelato non tiene il pastorale sollevato, ma lo<br />
alza e lo appoggia alternamente a terra mentre cammina.<br />
Secondo alcuni Cerimoniali di provenienza estera, che risentono di una datata consuetudine<br />
scolastica, gli Abati nel loro monastero e i Vescovi fuori della propria diocesi dovrebbero tenere la<br />
parte curva rivolta all’indietro. Tale regola, in realtà, non c’è mai stata. La differenza tra il pastorale<br />
di un Vescovo e quello di un Abate nella direzione della parte curva esiste solo in araldica, come<br />
v<strong>ed</strong>remo nel capitolo VI.<br />
Quando un dignitario, per diritto o privilegio – o anche senza diritto o privilegio –, usa il<br />
pastorale, deve sempre tenere la parte curva rivolta in avanti. Se il cerimoniale prescrive al chierico<br />
del pastorale di tenere il bastone con la parte curva rivolta all’indietro, non è per significare che<br />
questi non ha il diritto di usarlo, ma per consentirgli di porgerlo al Prelato con la parte curva rivolta<br />
nella giusta direzione. Alle processioni, quando il Vescovo non tiene personalmente il pastorale, lo<br />
può far portare dietro di sé dal chierico del pastorale, il quale, in questo caso, lo tiene con entrambe<br />
le mani e con la parte curva rivolta in avanti 8 .<br />
Cardinali e Vescovi Ordinari usano il pastorale alla Messa pontificale, ai Vespri, alle solenni<br />
processioni e in generale a tutte le funzioni pontificali, tranne che il Venerdì santo e alle cerimonie<br />
funebri 9 .<br />
Un Vescovo che celebra fuori della propria diocesi o qualsiasi altro Ordinario fuori della sua<br />
giurisdizione deve sempre usare il pastorale, anche senza autorizzazione, quando officia funzioni<br />
nelle quali esso è richiesto dalle rubriche, come ordinazioni e consacrazioni solenni; e, in questi<br />
casi, tiene e usa il pastorale durante la cerimonia come se fosse entro i confini della propria<br />
giurisdizione 10 .<br />
Come la mitra, il pastorale dev’essere abbinato ai paramenti pontificali; pertanto un Vescovo<br />
non può usarlo quando è vestito in cappa magna o in mozzetta 11 .<br />
3. Il pastorale dei Vescovi orientali è piuttosto differente da quello latino. Al posto del ricciolo il<br />
pastorale orientale ha, nella parte superiore, una croce a T (crux decussata). Questa forma del<br />
bastone pastorale è molto antica e fu usata non solo nella Chiesa greca ma talvolta anche in quella<br />
latina, come attestano diversi documenti dell’occidente. Denota assai chiaramente l’uso primitivo<br />
del bastone come sostegno (fulcinatorium, sustentaculum, reclinatorium) o bastone da viaggio.<br />
Spesso le braccia della T sono modellate in maniera tale da rappresentare due serpenti posti l’uno di<br />
fronte all’altro 12 .<br />
6 S. R. C., 27 settembre 1659.<br />
7 Caeremoniale Episcoporum, II, VIII, 62.<br />
8 Caeremoniale Episcoporum, I, XVII, 6.<br />
9 Caeremoniale Episcoporum, passim.<br />
10 Caeremoniale Episcoporum, I, XVII, 5. – In queste occasioni il Papa utilizza la ferula, un lungo bastone o scettro con una croce<br />
alla sommità. Tale croce non è tripla, come spesso si cr<strong>ed</strong>e e si raffigura, ma ordinaria, con un solo braccio.<br />
11 Mitra et baculus in Episcopo sunt correlativa (Caeremoniale Episcoporum, I, XVII, 8).<br />
12 CAHIER e MARTIN, Mélanges d’archéologie, IV, 152 seq. – BATTANDIER, Annuaire pontifical 1898, p. 110-1; 1900, p. 291-2.