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Vela libre 12_4_2012:Layout 1 12/04/12 14.22 Pag<strong>in</strong>a 21<br />

chiara che il lido pubblico, la spiaggia, le rade e i porti, appartengono<br />

allo Stato e fanno parte del demanio pubblico,<br />

<strong>in</strong>alienabile.<br />

Ma già dall’antichità, la libertà del mare e delle sue rive è<br />

stata oggetto giuridico. Nel diritto romano le res communes<br />

omnium, le cose comuni a tutti, cioè i beni comuni,<br />

annoveravano il mare e i lidi. Cicerone, <strong>in</strong> una delle sue difese,<br />

si chiede: “Cosa vi è di così comune come il mare per<br />

coloro che navigano e le coste per quelli che vi vengono<br />

gettati dai flutti?”. E anche Virgilio cont<strong>in</strong>ua a ricordarci<br />

che l’aria, il mare e le coste sono, o dovrebbero essere,<br />

aperte a tutti.<br />

In riva ai laghi, ai fiumi e al mare, devono essere ricordate<br />

le parole della dea Latona, riferiteci da Ovidio nelle Metamorfosi.<br />

La scena si apre con la figlia del Titano, amata da<br />

Giove, <strong>in</strong> fuga da Giunone. Latona scappa con <strong>in</strong> braccio i<br />

suoi due gemelli ed è sola, sf<strong>in</strong>ita, riarsa. Assetata, chiede<br />

a rozzi e avidi contad<strong>in</strong>i dell’acqua, ma questi gliela negano.<br />

Lei chiede ragione di questo divieto, spiegando che la<br />

natura ha fatto per tutti il sole, l’aria e l’acqua. Implorando,<br />

parla proprio di beni pubblici, reclamando un sorso d’acqua<br />

che è la vita, per lei e per i suoi figli. Ma coloro che dell’acqua<br />

pretendono l’esclusiva proprietà sono sordi alle<br />

suppliche, anche a quella della madre di Apollo e Diana.<br />

Addirittura, anziché prestare aiuto, si divertono a <strong>in</strong>torbidire<br />

le acque, a rov<strong>in</strong>are un prezioso bene comune. Alla f<strong>in</strong>e,<br />

esplode l’ira della dea che trasforma i contad<strong>in</strong>i <strong>in</strong> rane<br />

capaci solo di litigare, imprecare e <strong>in</strong>giuriare. Rane nuove,<br />

le chiama Ovidio, che cont<strong>in</strong>uano a pretendere un’esclusività<br />

su beni comuni, per Natura.<br />

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