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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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La sua voce la allarmò ancor più di quello che si era fatto.<br />

Prese una salvietta, entrò nel box doccia e si accovacciò,<br />

togliendogli la spugna di mano.<br />

Asciugando con cautela la pelle escoriata, disse: «Sei pulito».<br />

«Oh, no. Niente affatto.» Zsadist cominciò ad alzare la voce in un<br />

crescendo terribile. «Sono lercio, sono tutto sporco. Sono sporco,<br />

sporco...» Adesso farfugliava incespicando nelle parole, e il suo ringhio<br />

riecheggiava contro le piastrelle. «Non vedi lo sporco? Io lo vedo<br />

dappertutto. Ce l'ho addosso. Mi tiene prigioniero. Lo sento sulla<br />

pelle...»<br />

«Shh. Lasciami... solamente...»<br />

Senza perderlo di vista, Bella afferrò alla cieca un altro<br />

asciugamano. Glielo avvolse intorno alle spalle, ma quando fece per<br />

stringerlo tra le braccia, Zsadist si ritrasse di scatto.<br />

«Non toccarmi» gracchiò. «Altrimenti ti sporcherai anche tu.»<br />

Lei cadde in ginocchio davanti a lui, inzuppando la vestaglia di seta.<br />

Gesù... Sembrava scampato a un naufragio: gli occhi sgranati di un<br />

folle, i pantaloni della tuta fradici appiccicati ai muscoli delle gambe, la<br />

pelle d'oca sul petto. Aveva le labbra cianotiche e batteva i denti.<br />

«Mi dispiace così tanto» mormorò Bella. Voleva rassicurarlo, dirgli<br />

che non era sporco, ma sapeva che sarebbe servito solo a innescare di<br />

nuovo il suo delirio.<br />

L'acqua gocciolava sul pavimento, in un suono ritmico forte come<br />

un rullo di tamburi. Bella si ritrovò a pensare alla notte in cui aveva<br />

seguito Zsadist fino alla sua stanza... quando lui aveva toccato il suo<br />

corpo eccitato. Dieci minuti dopo lo aveva trovato piegato in due<br />

sopra la tazza del water, a vomitare perché le aveva messo le mani<br />

addosso.<br />

Sono lercio. Sono tutto sporco. Sono sporco, sporco...<br />

All'improvviso capì tutto come in un incubo, un'illuminazione<br />

agghiacciante si insinuò nella sua coscienza svelandole l'orrenda verità.<br />

Zsadist era stato picchiato quando era uno schiavo di sangue, sì. E<br />

all'inizio lei aveva dato per scontato che fosse quello il motivo per cui<br />

detestava essere toccato. Ma le percosse, per quanto dolorose e

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