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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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forze venir meno. Sapeva di non poter reggere ancora per molto. La<br />

luce sempre più forte lo stava già ustionando, aggiungendosi allo<br />

strazio che lo tormentava. Per quanto tirasse, la caviglia restava<br />

incastrata.<br />

Alla cieca, cercò la pistola e la estrasse dalla cintola dei pantaloni.<br />

Poi inspirò a fondo e la puntò contro la gamba.<br />

Si sparò sotto il ginocchio. Due volte. Il dolore fu atroce, una palla<br />

di fuoco nel suo corpo martoriato. Phury lasciò andare la pistola. A<br />

denti stretti puntò il piede libero contro la scogliera e tirò. Urlò come<br />

un indemoniato quando la gamba ferita cedette, spezzandosi.<br />

Fu inghiottito da un baratro di aria vuota.<br />

L'oceano era gelato, ma lo shock dell'impatto lo fece rinvenire e<br />

bloccò l'emorragia. Almeno non sarebbe morto dissanguato. In preda<br />

alla nausea, alle vertigini e alla disperazione, riuscì a tirar fuori la testa<br />

dalle onde, nel mare agitato. Prese tra le braccia il suo gemello, attento<br />

a tenergli la testa sopra il pelo dell'acqua, e nuotò verso riva.<br />

Vide l'ingresso di una grotta, poco distante. Sfruttò le ultime riserve<br />

di energia per avvicinarsi all'antro tenebroso, e dopo essersi trascinato<br />

fuori dall'acqua insieme a Zsadist era quasi cieco, ma a tentoni riuscì a<br />

raggiungere l'interno. Una nicchia naturale fu ciò che li salvò, offrendo<br />

loro l'oscurità di cui avevano bisogno.<br />

Infondo alla grotta, lontano dal sole, Phury si mise al riparo dietro<br />

alcuni massi, stringendo Zsadist tra le braccia per scaldarlo.<br />

Phury si sfregò gli occhi. Dio, l'immagine di Zsadist incatenato su<br />

quel tavolaccio...<br />

Dal giorno del salvataggio era stato perseguitato da un incubo<br />

ricorrente, che non mancava mai di rinnovare l'orrore ogni volta che il<br />

suo subconscio lo sputava fuori. Il sogno era sempre lo stesso: lui che<br />

correva giù per quella scalinata segreta e spalancava la porta di<br />

quercia. Zsadist legato. Catronia nell'angolo, che rideva. Non appena<br />

Phury metteva piede nella cella, Z si voltava e i suoi occhi cupi senza<br />

vita lo guardavano da un volto perfetto, privo di cicatrici. Con voce<br />

dura diceva: «Lasciami qui. Voglio restare qui».

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