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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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sentire: Mi dispiace di averti fatta soffrire, ti amo, non andare via.<br />

Un istante dopo Zsadist abbassò la mano e si alzò in piedi,<br />

sistemandosi e tirando su la cerniera dei pantaloni. Poi si diresse verso<br />

la porta, muovendosi con la grazia letale che contraddistingueva la sua<br />

camminata. Quando la guardò da sopra la spalla, Bella si rese conto<br />

che mentre facevano l'amore lui era armato fino ai denti. E<br />

completamente vestito.<br />

Oh, ma tanto era stato solo sesso, giusto?<br />

«Mi dispiace...» mormorò.<br />

«Non dirmelo proprio adesso.»<br />

«Allora... grazie, Bella... di... tutto. Sì, davvero. Io... ti ringrazio.»<br />

E con queste parole se ne andò.<br />

John si trattenne in palestra mentre il resto della classe usciva per<br />

andare nello spogliatoio. Erano le sette di sera, ma avrebbe giurato<br />

che fossero le tre del mattino. Che giornata. I corsi erano iniziati a<br />

mezzogiorno perché la confraternita voleva uscire presto. Avevano<br />

fatto lezione di tattica e di informatica con due fratelli che si<br />

chiamavano Vishous e Rhage. Poi al tramonto era arrivato Tohr ed era<br />

cominciato il supplizio. Le tre ore di allenamento erano state<br />

tremende. Giri di corsa. Ju jitsu. Ancora addestramento all'uso delle<br />

armi nel corpo a corpo, compresa un'introduzione al nunchaku.<br />

Quei due bastoni di legno uniti da una catena erano un incubo per<br />

lui, perché mettevano in risalto tutti i suoi punti deboli, specialmente<br />

la sua pessima coordinazione mano-occhio. John però non aveva<br />

intenzione di darsi per vinto. Mentre gli altri si facevano la doccia,<br />

tornò nel deposito attrezzi a prendere un nunchaku. Pensava di<br />

allenarsi fino all'arrivo dell'autobus; si sarebbe lavato a casa.<br />

Cominciò a roteare lentamente l'arma al suo fianco; quel vorticare<br />

produceva un suono curiosamente rilassante. Aumentando a poco a<br />

poco la velocità lanciò i bastoni per aria afferrandoli al volo con l'altra<br />

mano. Ripeté lo stesso esercizio sul fianco sinistro e andò avanti così<br />

finché ricominciò a sudare. Ancora e ancora e...<br />

Quel maledetto coso lo colpì con un tonfo sordo. Dritto in testa.<br />

La botta gli piegò le ginocchia; dopo aver cercato invano di

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