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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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Zsadist batté le palpebre un paio di volte. Cosa diavolo era<br />

successo?<br />

Si guardò intorno, come se i mobili o le tende potessero aiutarlo a<br />

capire. Poi il suo udito finissimo colse un rumore soffocato. Bella<br />

stava... piangendo.<br />

Con un'imprecazione andò verso il bagno. Senza bussare, girò la<br />

maniglia ed entrò. Lei era in piedi vicino alla doccia, a braccia<br />

conserte, gli occhi color zaffiro lucidi di lacrime.<br />

Oh... Dio. Come ci si doveva comportare in una situazione del<br />

genere?<br />

«Scusa» farfugliò «se ho... ehm... ferito la tua sensibilità...»<br />

Bella lo guardò torva. «Non sono offesa. Sono incazzata e<br />

sessualmente frustrata.»<br />

Lui gettò la testa all'indietro come se lo avesse schiaffeggiato. Be'...<br />

allora. Okaaay.<br />

Cristo, alla fine di quella conversazione rischiava di aver bisogno di<br />

un bel collare ortopedico.<br />

«Te lo ripeto un'altra volta, Zsadist. Se non ti va di venire a letto con<br />

me, va benissimo, ma non azzardarti più a dirmi che non so cosa<br />

voglio.»<br />

Z piantò le mani sui fianchi e abbassò gli occhi sul pavimento di<br />

marmo. Non dire niente, stronzo. Tieni la bocca...<br />

«Non è questo» sbottò. Mentre le parole fluttuavano nell'aria, si<br />

maledisse. Non doveva parlare. Parlare era una pessima idea...<br />

«Non è che cosa? Vuoi forse dire che mi vuoi?»<br />

Zsadist pensò al maledetto coso che premeva ancora nei pantaloni.<br />

Bella non era cieca. Vedeva benissimo quel lurido bastardo. «Lo sai che<br />

ti voglio.»<br />

«Allora, se a me va di farlo... senza tanti complimenti...» Si<br />

interruppe, e lui ebbe l'impressione che stesse arrossendo. «Perché non<br />

possiamo andare a letto insieme?»<br />

Z aveva il fiato corto, i polmoni che bruciavano e il cuore che<br />

martellava nel petto. Gli sembrava di essere sull'orlo di un precipizio e

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