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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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uffonate -, poi tutti scoppiarono a ridere. Le risate si mescolarono,<br />

riversandosi all'esterno come tante biglie scintillanti che rotolano su un<br />

pavimento tirato a lucido.<br />

Non gli andava di unirsi ai fratelli, tantomeno di mangiare insieme<br />

a loro. A quel punto tutti sapevano che era stato cacciato come un<br />

criminale dalla casa di Bella perché ci aveva passato troppo tempo.<br />

All'interno della confraternita resistevano pochi segreti.<br />

Si diresse invece al sontuoso scalone e salì i gradini a due a due. Più<br />

saliva, più i rumori del pranzo gli giungevano smorzati, e lui aveva un<br />

gran bisogno di silenzio. In cima alle scale piegò a sinistra, imboccando<br />

un lungo corridoio impreziosito da una fila di statue greco-romane.<br />

Atleti e guerrieri illuminati da faretti nascosti, le braccia, le gambe e i<br />

busti di marmo bianco che proiettavano ombre intricate sullo sfondo<br />

della parete rosso sangue. Se si camminava abbastanza in fretta si<br />

aveva l'impressione di passare accanto a dei pedoni stando in<br />

macchina, l'immobilità di quei corpi statuari faceva apparire animato<br />

ciò che non si muoveva.<br />

La sua stanza era in fondo al corridoio. Quando aprì la porta, si<br />

trovò davanti un muro di gelo. Non accendeva mai né il<br />

riscaldamento né il condizionatore, così come non dormiva mai a<br />

letto, non usava mai il telefono e si rifiutava di usare i cassettoni<br />

d'antiquariato. La cabina armadio era l'unica cosa che gli serviva, e fu lì<br />

che andò a riporre le armi. Il suo arsenale era custodito nel vano<br />

ignifugo sul fondo; le quattro magliette e le tre paia di pantaloni di<br />

pelle che costituivano il suo guardaroba occupavano ben poco spazio.<br />

La cabina armadio semivuota gli faceva pensare alle ossa: tutte quelle<br />

sbarre di ottone e le grucce vuote avevano l'aspetto di uno scheletro,<br />

di qualcosa di fragile.<br />

Si spogliò e fece una doccia. Era affamato, ma gli piaceva così. I<br />

morsi della fame, la sete indiavolata... tutte le privazioni che riusciva a<br />

tenere sotto controllo gli procuravano sempre un senso di calma. Se<br />

avesse potuto fare a meno di dormire si sarebbe privato anche del<br />

riposo. E di quella maledetta sete di sangue...<br />

Voleva essere pulito. Dentro.<br />

Uscito dalla doccia si passò un rasoio elettrico sulla testa per tenere<br />

i capelli rasati a zero, poi si fece la barba in fretta. Nudo, infreddolito,

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