Le poesie di Ossian

DI CUCCLLIKO I9I
È Palma tua. Che non scendiamo adunque
A pugnar soli, e non lasciala che intanto
Stian mirando le schiere i nostri fatti ?
Stiano a mirarci nella nostra possa,
Simili a rimugghianti onde rotantisi
A scoglio intorno : al periglioso aspetto
Fugge il nocehier pien di spavento, e stassi
L'aspro conflitto a risguardar da lungi.
Ah , Cucullin soggiunse , a par del Sole
Tu mi brilli nel cor: forte è, Torlasto ,
Il braccio tuo, del mio furor ben degno.
Scostatevi, o guerrier , fatevi a! fianco
Dell'oscuro Slimora; e '1 vostro duce
State a mirar nel memorabil giorno
Della sua fama. Odi, cantor; se pure
Oggi cader dee Cucullino , al prode
Conul tu di', eh' io mi lagnai coi venti ,
Che di Togorma imperversar su i flutti.
Mai dalla pugna ei non inaurò qualora
,
La mia fama il chiedea. Fa che il suo brando,
Come raggio del ciclo, il buon Cormano
Circondi in guerra , e in minacciosi giorni
Suoni in Temora il suo fedel consiglio.
Mosse 1' eroe nel rimbombar dell' armi ,
Come di Loda il formidato atroce
Spirto , che nel!' orribile fracasso
Di ben mille tempeste esce , e dogli ^cchi
Slancia battaglia. Ei siede alto sul : cmbo
Là sopra i man di Loclin 5 sul brando
Posa la nera destra , e a gara i vénti
Van sollevando 1' avvampante chioma.
Non meo di lui tenibile a vedersi
3N T
el memorabil di della sua fama
Cucullin s'avanzò. Cadde Torlasto
Per la sua man pianser del Lego i duci.
,
Corrono frettolosi essi . ed intorno
Voi, /. i3