Le poesie di Ossian

1)1 M. CESAROTTI 167
Passato quindi a dar private lezioni in
Venezia , fu allora che conobbe il celebre
letterato inglese Sakvil , e questa conoscenza
gli valse quella di Ossian di fresco pubbli-
cato da Macpherson in Londra. Preso dalle
bellezze di alcuni squarci tradottigli da Sak-
vil cosi se ne invogliò, che tutte le sue cure
rivolse ad apprendere la lingua inglese, onde
essere in istato di trasportar nella italiana i
canti del Bardo Caledonio. jE siccome nulla
è difficile a chi voglia veramente , cosi il
Cesarotti arrivò con una celerità incredibile
a compiere la divisata impresa. Pochi mesi
gli bastarono ad intendere e a tradurre Os-
sian , ciò che gli acquistò la stima e l' invi-
dia dei più grandi uomini di quel tempo.
Molto si è detto intorno a quest'Opera e di
male e di bene. Chi accusò il Cesarotti d'a-
ver introdotto un genere di poesia, che avreb*
be portata la corruzione nel gusto italiano j
e chi lo considerò come benemerito della
patria letteratura per averci data una nuo-
va foggia di poetare di cui non avevamo l' i-
dea, e che ci poteva emancipare dalla ser-
vile imitazione degli antichi. Ma un assioma
sacrosanto per le arti tutte del bello par che