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Le poesie di Ossian

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CANTO IV.<br />

57<br />

Co-^olà <strong>di</strong> Selma sulla roccia ondosa ,<br />

Si riprese Fingàl , sotto una quercia<br />

Io mi sedea , quando sul mar da lungi<br />

Con la lancia <strong>di</strong> Ducaro spezzata<br />

Conallo apparve. Il giovinetto altrove<br />

Da' propri colli rivolgeva il guardo ,<br />

L' orme del padre rimembrando in quelli.<br />

10 in' accigliai : mi s'aggirar per 1' alma<br />

Tenebrosi pensieri : i re d' Èrina<br />

Scbieràrmisi <strong>di</strong>nanzi : impugno il brando $<br />

<strong>Le</strong>nti i miei duci s' avanzar quai liste<br />

,<br />

Di nubi raggruppantisi , lo scoppio<br />

Di mia voce attendendo ; ai lor dubbiosi<br />

Spirti era dessa quasi all' aer soffio<br />

,<br />

Di nebbia sgombrator. <strong>Le</strong> vele al vento<br />

Di sciorre imposi : dall' acquose valli<br />

Già trecento guerrier stavan guatando<br />

11 brocchier <strong>di</strong> Fingàl , che in alto appeso<br />

Tra le velate antenne al loro sguardo<br />

Segna le vie del mar : ma poi che scese<br />

La buja notte , io percoteva il cerchio<br />

Dator <strong>di</strong> cenni; e per lo ciel con l'occhio<br />

Della vaga Uterina igni-crinita<br />

IV andava in traccia : la cortese stella<br />

Più non s' ascose 5 ella tra nube e nube

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