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Le poesie di Ossian

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10*2<br />

CANTO II.<br />

Ov"ve sei, regio figlio? e che trattienli?<br />

Esclama Dumaruno : ohimè ! cadesti<br />

Forse, o <strong>di</strong> Selma giovinetto raggio?<br />

Egli non riede : ah perchè tarda ? albeggia<br />

Sopra Utorno il mattino; il Sol la nebbia<br />

Punge co' rai : su su, guerrieri, alzate<br />

Gli scu<strong>di</strong> al mio*cospetto: il re non debbe<br />

Cader come vapor, che, il ciel lambendo,<br />

Orma in bosco non lascia. Eccolo, il veggo :<br />

Ei viene, ei vien qual aquila sonante<br />

Dal conflitto dei venti; in mano ei porta<br />

<strong>Le</strong> spoglie <strong>di</strong> Loclin : per te, Fingallo,<br />

Eran nostr'alme intenebrate e meste.<br />

Dumaruno, ei rispose, a noi dappresso<br />

Fansi i nemici; escono fuor quasi onde,<br />

Che per la nebbia ad or ad or fan mostra<br />

Di lor cime spumose; il peregrino<br />

Si rannicchia tremante , e non sa dove<br />

O celarsi o fuggir. Ma noi tremanti<br />

Peregrini non siam : figli d' eroi<br />

Ora è d' uopo d' acciaro : alzar la spada<br />

Dovrà Fingallo? o de' miei duci alcuno<br />

La guerra condurrà ? De' padri i fatti<br />

Soggiunse Dumaruno , ai nostri passi<br />

Scorta e lume son sempre. Ancor che involto<br />

Eutro la fosca nuvola degli anni ,

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