Le poesie di Ossian

di ai; Cesarotti 170
talità. E come mai in una città dove si eres-
sero tanti e cosi nobili monumenti a coloro
che la resero famosa , il nome di Cesarotti
sarà privo d' una onorata memoria ? E men-
tre non ha guari se ne è inalzata una insi-
gne a Petrarca , ospite colà quattro secoli
indietro, si porrà in obblìo quella d'un con-
cittadino di cui non è molto lontana la per-
dita ? Possano i posteri ai tanti rimproveri
che faranno a questa nostra infelice età, non
aggiungere anche quello d' avere trascurata la
memoria di que' pochi grandi uomini che la
illustrarono !
Nobile di fìsonoraia , di mediocre statura,
di occhi cerulei vivissimi , il suo aspetto era
oltremodo gradevole. Vestiva dimesso, né si
curava della sua persona se non per quanto
lo esigessero gli usi sociali. Amava la società
di pochi e scelti; e quell'uomo che formava
la delizia de' suoi conoscenti pella sua viva-
cità , strascinato dalla convenienza nelle ru-
morose adunanze diveniva muto e pavido come
un fanciullo. Amava oltremodo la solitu-
dine e gli ozj campestri, cosicché avea fatto
segno di tutte le sue cure la villetta di Sei-
fagiano. La sua fervente immaginazione ns
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