Le poesie di Ossian

l52 CARRITOKA
No, il mormorar dell' arbuscel non sento
Che piega al vento ,
Né più del monte
In su la fonte - io sto.
Di Fiugallo alle guerre,
Là nell' estranie terre,
Lungi, Vinvela mia, lungi men vo.
I miei fidi can grigi
Non mi seguono più.
Sul colle i miei vestigi ,
Cara , non vedrai tu.
Ed io non men , Vinvela mia vezzosa ,
Non rivedrò più te ,
Quando sul rio della pianura erbosa
Movi sì dolce il pie.
Gaja , come nell' aria
L'arco del ciel ridente,
Come la luna candida
Neil' onda d' occidente.
VINVELA
Dunque parti , Silrico , ed io qui reste
Su la collina meschinetta e sola ?
Le damme già sopra 1' alpestre vetta
Pascoli senza timor,
Né temon fronda, o susurrante auretta,.
Che lungi è '1 cacciator.
Egli è nel campo delle tombe amare;
Chi sa , s' egli rivien ?
Stranieri , per pietà , figli del mare ,
Lasciatemi il mio ben.
SILRICO
Vinvela mia , se là nel campo io caggio,
Tu la mia tomba inalza ;
Ammonticchiata terra , e bigie pietre
Serbino ai dì futuri
La ricordanza mia. Là sul meriggio