Le poesie di Ossian

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FIKCAL
i torrenti d' Erina al nuovo giorno
Alle sue rupi mostrerai! la spuma
Rossa del sangue del domato (frgoglio.
Carilo ritornò: ben, disse, è * ista
La voce di Svaran. Ma sol per lui,
Ripigliò Cueullin : tu la tua sciogli ,
Carilo intanto , e degli antichi tempi
Rammenta i fatti ; fra le storie e i canti
Scorra la notte : entro il mio core infondi
La dolcezza del duol 5 che molti eroi
E molte vaghe vergini d' amore
Già fiorilo in Erina, e dolci all'alma
Scendon le note del dolor, che s'ode
Ossian cantar là d'Albion su i monti ,
Quando cessò la romorosa caccia ,
E s'arresta ad udir l'onda del Cona.
Venne in Erina nei passati giorni j
Ei cominciò, dell' oceàn la stirpe.
Ben mille navi barcollar sull' onde
Ver l'amabile Ullina. Allor s' alzaro
1 figli d' Jnisfela , e fersi incontro
Alla schiatta dei scudi. Ivi Cairba ,
Cima dei duci, ed ivi era pur Gruda
Maestoso garzon ; già lunga rissa
Ebber tra lor pel variato toro ,
Che nella valle di Golbun maggia.
Ciascun volcalo, e fu spesso la morte
Già per calar sulle tag'ienti spade.
Pur nel gran giorno 1' un dell' allro a lato
Pugnar que' prodi : gli stranici' fuggirò. *
Oual nome sopra il colle era sì bello ,
Guanto Gruda, e Cairba? Ah perchè mai
Tornò '1 toro a muggir ? quelli mirarlo
Trescar bizzarro, e saltellar sul prato,
Candido come neve , e si raccese
L' ira dei duci : in sull' erbose sponde