Le poesie di Ossian

Vattene , e all' amorosa Eviralìina
Di', eh' io caddi con fama , e sì le arreca
Codesta spada , die all' amato Oscarre
Porgala allor , che a? suo vigor sia giunta
La sua tenera etade. Oimè ! soggiunse
Gaulo con un sospiro : Ossian, che dici ?
10 dovrei dunque ritornar , te spento ?
Ah ! che direbbe il padre? e che Fingallo
Re de' mortali ? ad altra parte i fiacchi
Volgeriano gli sguardi , e dirien : vedi
11 valoroso Gaulo : egli ha lasciato
L' amico suo nel proprio sangue immerso.
No, fiacchi, no, non mi vedrete in terra,
Fuorché nella mia fama. Ossian , dal padre
Spesso ascoltai de' valorosi i falli ,
Quando soli pugnaro , e so che P alma
Psei perigli s' addoppia. E ben , si vada ,
Precedendol diss' io 5 daranno i padri
Lode al nostro valor ; mentre alla morte
Daranno il pianto , e di letizia un raggio
Scintillerà nei lagrimosi sguardi.
No , non cadder , diranno , i figli nostri
Cora' erba in campo; dalle man dei prodi
Piovve la morte. E clip dich'io ? che penso
All' angusta magion ? difesa è '1 brando
Dei valorosi, ma la morte insegue
La fuga de' codardi, e li raggiunge.
Movemmo per le tenebre notturne ,
Finche giungemmo al mormorio d' un livo ,
Ch' a una frondosa sibilante pianta
L' azzurro corso e garrulo frangea.
Cola giungemmo, e ravvisammo l'oste
Addormita di Latino : erano spenti
SuUa piaggia i lor fochi, e assai da lungi
De'lor notturni scorridori i passi.
Sollevai l'asta, onde su quella inchino