Le poesie di Ossian

DÀRTTJLA. 205
Partissi , e sulla spiaggia ella s' assise
Soletta , e mesta 5 udìa '1 fragor dell' onda :
Le turgidetle lagrime sospese
Starile sugli occhi : ella guardava intorno ,
Se il suo Nato scopria ; tende 1' orecchio
Al calpestio de' piedi , e de' suoi piedi
Non ode il calpestio. Dove se' ito ,
Figlio dell' amor mio ? '1 fragor di vento
Mi cinge , e sferza 5 è nebulosa e nera
La notte, e tu non vieni? O prence d'Età,
Clip ti trattiene ? batti il nemico forse
Scontrato , e si inalzò notturna zuffa ?
Nato tornò , ma tenebroso ha '1 volto ,
Che veduto egli avea 1' estinto amico.
Di Tura al muro passeggiava intorno
L' ombra di Cucullin : n' era il sospiro
Spesso , affannoso , e spaventosa ancora
Degli occhi suoi la mezzo-spenta fiamma.
Di nebbia una colonna avea per asta $
Intenebrate trasparian le stelle
Per la buja sua forma , e la sua voce
Parca vento in caverna. Ei raccontogli
La storia del dolor : trista era 1' alma
Di Nato , come suole in di di nebbia
Starsi con fosca acquosa faccia il Sole.
O diletto amor mio perchè sì mesto ?
,
Disse di Cola la vezzosa figlia.
Tu sei la luce di Dartula : è tutta
La gioja del mio cor negli occhi tuoi.
Lassa ! qnal altro amico ora m' avanza ,
Fuorché '1 mio Nato? è nella tomba il padre;
Stassi il silenzio in Sciama 5 tristezza
Copre i ruscelli del terren natio.
Nella d' Ullina sanguinosa pugna
Furo ucci-i i possenti , i lìdi amici
Cadde? pugnando con Colmano uccisi.-