Le poesie di Ossian

l4a CALLIN BI CLUTA.
L'aspro azzuffarsi dell'aeree schiere,
E 1' aste irate , che stendeansi a morte.
Tesi 1' orecchio ; ma distinto suono
Di lor non esce , e sol s' udiva un fischio
Di vuoto vento ; io mi riscossi : il crollo
Della quercia vicina , e 1' improvviso
Zufolar del mio crine a me fu segno
Del partirsi dell' ombre. Io dal suo ramo
Spiccai lo scudo ; avvicinarsi io sento
Un cigolìo d' acciaro : Oscar di Lego
Era questi , Oscar mio : l'ombre degli avi
S'eran mostre al suo sogno. O padre, ei disse,
Siccome nembo lungo il mar , tal io
Terrò per 1' oceàn rapido il corso
Ver la nemica spiaggia : i morti , i morti
Vidi, o mio padre; l'animo m' esulta,
E trabocca di gioja : io veggo , o parrai ,
Già la mia fama sfolgorarmi a fronte ,
Qual su nube talor vivida lista
D' orata luce , allor che il Sol si mostra ,
Disfavillante peregrin del cielo.
Oscar , diss' io , no, non fia ver, che solo
Col nemico t' affronti ; io verrò teco
Al boscoso Luraon pugniamo ; , o figlio ,
Pugniam congiunti, qual da un balzo istesso
Aquile due con intrecciate penne
Fannosi incontro alla corsìa del vento.
Spiegai le vele : da tre navi intenti
I morvenj guerrier fean segno al guardo
D'Ossian lo scudo alto-pendente , ed io
Giva coli' occhio per lo ciel seguendo
La rossa fenditrice delle nubi ,
La notturna Tontena : aura cortese
M' assecondò ; nel quarto giorno apparve
Fra la nebbia Lumon , Lumon, che al vento
fio' cento boschi suoi ramoso ondeggia.