Le poesie di Ossian

I II duce nobile, che eaddo in guerra,
Aia che dal mare rotante inalzisi,
'Sia eh' egli inalzisi da strania terra.
"\iibe sceglietegli fra le tempeste ,
Che la sua lancia formi, e di nebbia
Sottile orditagli cerulea veste :
Presso ponetegli foseo-vcrmiglia
E mozzo-spenta lunga meteora ,
Che '1 suo terribile brando somiglia.
Fate, che amabile ne sia l'aspetto,
Onde gli amiei pensosi e taciti
In rimirandolo n' abbiati diletto.
Ombre , ombre pallide de' padri nostri ,
Su, dalle nubi tosto piegatevi
Là negli aerei azzurri chiostri.
Tal eia in Selma il canto mio sali' arpa
Lie\e-tremante : ma d' Ullina intanto
Su la spiaggia era Nato , intorno cinto
Da tenebrosa notte ; udìa la voce
Del suo nemico in fra'l mugghiar dell'onde:
lidiala , e riposavasi siili' asta
Pensoso e muto : uscì 'I m attui raggiante ,
E schierati apparir d' Erina i figli.
Simili a grigie ed arborose rupi
Sulla costa si spargono : nel mezzo
Stava Cairba, e del nemico a vista
Sorrise orribilmente. Incontro ad esso
Nato s' avanza furibondo , e pieno
Del suo vigor : né già poiéo Dartula
Restarsi addietro 5 cui guerrier seu venne,
1' asta sollevò. Chi vien nell' armi
E
Bella spirando giovenil baldanza ?
Chi vien, ehi vien, se non d' Usnorre i figli,
Alto, ed Ardano dall'oscura chioma?
Sir di Temora , disse Nato , or vieni ,
Vieu' sulla spiaggia a battagliar con meco