Le poesie di Ossian

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FUGAI
Come d'autunno da due balze opposte
Incatenati turbini focosi
S'accavallan tra lor, cosi l'un l'altro
8' avviluppai! gli eroi ; come dall' alto
Di rotte rupi rotolon cadendo
Due torrenti spumosi urtansi in giostra
Con forti cozzi, e giù con le miste onde
Van rovinosi a tempestar sul piano;
Sì romorose, procellose, e negre
luisfela, e Loclin nella battaglia
Corronsi ad incontrar: duce con duce
Cambiava i colpi , uomo con uom , già scudo
Scudo preme, elmetto elmo, acciar percosso
Rimbalza dall'acciaro: a brani, a squarci
Spiccansi usberghi, e sgorga atro e fumeggia
Il sangue, e per lo eiel volano, cadono
Nembi di dardi , e tronchi d'aste, e schegge,
Quai circoli di luce, onde s'indora
Di tempestosa notte il fosco aspetto.
Non mugghiar d'oceano, e non fracasso
D' ultimo tuono assordator del cielo
Può uguagliar quel rimbombo. Ancor se presso
Fosservi i cento di Corni an cantori
Per dar al canto le guerresche imprese,
Pur di cento cantor foran le voci
Fiacche per tramandar ai dì futuri
Le morti degli eroi 5 sì folti e spessi
Cadeano a terra, e de' gagliardi il sangue
Sì largo trascorrea. Figli del canto ,
Piangete Sitalin; piangi, Fìona ,
Sulle tue piagge il grazioso Ardano.
Come due snelli giovinetti cervi
Là nel deserto , essi cader per mano
Del feroce Svaran , che in mezzo a mille
Mugghiava sì , che il tenebroso spirto
Parea della tempesta assiso in mezze