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Le poesie di Ossian

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OIT ON<br />

B„*ujo fascia Dunlatrcio , ancor che mezza<br />

La faccia sua su la pen<strong>di</strong>ce alpestre<br />

Mostri la luna. Ad altra parte il guardo<br />

Volge la bianca figlia della notte<br />

Perchè vede il dolor , che s' avvicina.<br />

Gaulo è già sulla piaggia; e pur non ode<br />

Suono alcun nella reggia, e non osserva<br />

Tremolar per le tenebre notturne<br />

Verun solco <strong>di</strong> luce , e non ascolta<br />

Di Duvrana sul rio la grata voce<br />

Dell' amabile Oitona. - Ove se' ila<br />

Nel fior <strong>di</strong> tua beltà , figlia <strong>di</strong> Nua ,<br />

Vagì donzella da la nera chioma ?<br />

Ove ne andasti tu ? Latmo è nel campo ,<br />

Ma nelle sale tue tu promettesti<br />

Di rimaner, tu promettesti a Gaulo<br />

Di rimaner nelle paterne sale,<br />

Finch' ei tornasse a te , finché tornasse<br />

Dalle rive <strong>di</strong> Strumo alla donzella<br />

Dell' amor suo : la lagrima pendea<br />

Su la tua guancia nel momento amaro<br />

Di sua partenza , e dal tuo petto uscìa<br />

Languidetto un sospiro : e perchè dunque ,<br />

Perchè adesso non vieni ad incontrarlo<br />

Co' dolci caati tuoi, col suon dell'arpa

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