Le poesie di Ossian

CAITTO SECONDO DI
Fiacco e basso guerrier, Catmor soggiùnse
Che parli tu ? puoi tu pensar, puoi dunque
Pensar tu mai , che di sua fama ignudo
Cader possa V eroe ? Che sulla tomba
Dell' eccelso Fingal tacciano i vati ?
Scoppieria dalla terra e dalle pietre
Spontaneo il canto, e '1 seguirla su i nembi.
Sai tu quando avverrà , che canti e lodi
Scordi il cantor ? quando cadrà Foldano.
Troppo scuro se' tu , duce di Moina ;
Troppo sei truce , ancor eh' entro le pugoe
Il braccio tuo sia turbine e tempesta.
Che? bench'io di furor pompa non faccia,
Forse scordai nella magion ristretta
D' Erina il re ? non è con lui sepolto
li' amor mio pel fratello : allor che ad Ata
Tornar solca con la mia fama , io vidi
Sulla sua crespa annuvolata fronte
Errar sovente di letizia un raggio.
Ciascuno a cotai detti a' proprj seggi
Si ritirò con garrulo bisbiglio ;
E al ìér vario aggirarsi alle notturne
Stelle scorrea su per gli scudi e gli elmi
Luce cangiante e fievole qual suole
,
Riverberar da uno scoglioso golfo ,
Che 1' aura per la notte increspa e lambe.
Sedea sotto una q.icrcia il duce d' Ata ;
Pendea dall' alto il suo rotondo scudo.
Dietro sedcagli , e s' appoggiava a un masso,
Lo stianier d' luisuna , il gentil raggio
Dall' ondeggiante crin , che di Catmorre
Venne siili' orme, e fé' pel mar tragitto,
Lumon lasciando ai cavrioli e ai cervi.
Non lunge udiad tintinnir la voce
Del buon Fonar, sacra all'antiche imprese,
E tratto tratto si sperde\a il canto,
Ter lo crescente gorgoglio del Luba.