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homolaicus.com Maximilien de Robespierre

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alla società di esprimere i<strong>de</strong>ologie diverse: il che peraltro contraddiceva<br />

al <strong>de</strong>ttato <strong>de</strong>lla Dichiarazione <strong>de</strong>i diritti, secondo<br />

cui «Nessuno può essere perseguitato per le sue opinioni, anche<br />

religiose».<br />

La Convenzione puntò tutte le sue carte sulla realizzazione<br />

<strong>de</strong>l fine strategico e dimenticò i fini intermedi, quelli che<br />

si ottengono con la tattica. Quando poi si ha la pretesa di realizzare<br />

<strong>de</strong>terminati obiettivi senza l'appoggio sicuro e concreto<br />

<strong>de</strong>lle masse; quando la crisi economica invece di risolversi si<br />

acuisce, ecco che forze controrivoluzionarie (in questo caso i<br />

preti refrattari) possono facilmente sfruttare i sentimenti religiosi<br />

<strong>de</strong>lla gente meno cosciente e più marginale, indirizzandoli<br />

verso una protesta sociale e politica <strong>de</strong>stabilizzante. Fu appunto<br />

questo il caso <strong>de</strong>lla rivolta in Van<strong>de</strong>a, dove - <strong>com</strong>e disse<br />

il vescovo costituzionale Grégoire - «preti scellerati in nome<br />

<strong>de</strong>l cielo predicano il massacro».<br />

Scoppiata nel marzo 1793, pren<strong>de</strong>ndo a pretesto il rifiuto<br />

<strong>de</strong>lla coscrizione obbligatoria per fronteggiare l'offensiva<br />

austro-prussiana, questa insurrezione, in cui vennero coinvolti<br />

popolani dalla mentalità rozza e primitiva ma con esigenze reali<br />

di <strong>de</strong>mocratizzazione, e che trovò un certo seguito in altre<br />

regioni occi<strong>de</strong>ntali <strong>de</strong>lla Francia, dimostrò assai chiaramente<br />

<strong>com</strong>e provvedimenti giusti, privi di consenso popolare sufficientemente<br />

vasto, possono ben presto trasformarsi in azioni<br />

sbagliate e controproducenti. Tanto che ancora oggi la storiografia<br />

cattolica ve<strong>de</strong> in questa guerra civile il paradigma <strong>de</strong>l<br />

vero contenuto <strong>de</strong>i rapporti che la rivoluzione voleva stabilire<br />

con la religione. Lo storico P. Chaunu l'ha paragonata a un genocidio<br />

di tipo «nazista» e, <strong>com</strong>e lui, altri storici hanno espresso<br />

giudizi fortemente negativi (ad es. R. Secher, C. Tilly, J.<br />

Huguet, J. C. Martin, R. Dupuy).<br />

Partendo da pregiudizi antirivoluzionari, è senza dubbio<br />

difficile accettare l'i<strong>de</strong>a che durante una rivoluzione possano<br />

essere <strong>com</strong>piuti <strong>de</strong>gli abusi (in questo caso peraltro i motivi erano<br />

gravissimi) e che in tali abusi la ragione non stia tutta dal-<br />

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