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homolaicus.com Maximilien de Robespierre

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mocraticità (la quale, anzi, con le collusioni coi governi di <strong>de</strong>stra<br />

è scemata ulteriormente), quanto perché sembra essere venuto<br />

meno uno <strong>de</strong>i «nemici storici» da abbattere.<br />

Il dialogo con questa chiesa è diventato molto difficile,<br />

soprattutto con i suoi livelli istituzionali (si vedano p. es. le vicen<strong>de</strong><br />

legate al caso Häring). Viceversa, se si guarda la «base»<br />

le cose stanno diversamente. In occi<strong>de</strong>nte vi sono gruppi e movimenti<br />

cattolici coi quali il dialogo può essere non solo facile<br />

ma anche piacevole. Si pensi al gruppo di teologi francesi che<br />

fa capo al Manifesto <strong>de</strong>lla libertà cristiana, pubblicato su «Le<br />

Mon<strong>de</strong>» nel 1975 (in it. vedi l'editio <strong>de</strong>lla Queriniana); si pensi<br />

al Komitee te<strong>de</strong>sco Christenrechte in <strong>de</strong>r Kirche e al suo Memorandum<br />

<strong>de</strong>l 1982; si pensi all'americana Association for the<br />

Rights of Catholics in the Church e alla sua Carta <strong>de</strong>i diritti<br />

<strong>de</strong>i cattolici nella chiesa, edita nel 1983 - iniziativa, quest'ultima,<br />

che ha trovato ampio seguito in Olanda, Svizzera e in<br />

Francia (qui con l'Initiative Droits et Libertés dans les Eglises,<br />

che ha tenuto un forum a Parigi nel 1987). Nei paesi <strong>de</strong>l Terzo<br />

mondo, <strong>com</strong>e noto, la Teologia <strong>de</strong>lla liberazione rappresenta<br />

l'esperienza più significativa <strong>de</strong>l cattolicesimo progressista.<br />

Stessa inversione di rotta la si può riscontrare per quanto<br />

riguarda la storiografia cattolica sulla rivoluzione francese.<br />

Praticamente sino agli inizi <strong>de</strong>gli anni Sessanta, il giudizio<br />

ampiamente condiviso era stato negativo non solo per quanto<br />

riguarda il Terrore, ma anche per tutte le istanze emancipative<br />

che avevano mosso i rivoluzionari e patrioti repubblicani. Oggi,<br />

dopo la parentesi <strong>de</strong>gli anni Settanta, le tesi più retrive sembrano<br />

essere tornate di moda.<br />

In uno <strong>de</strong>gli ultimi libri pubblicati sul rapporto chiesa e<br />

rivoluzione francese (l'autore è L. Mezzadri, ed. Paoline 1989),<br />

si ha ancora il coraggio di sostenere che l'esproprio <strong>de</strong>i beni<br />

ecclesiastici fece per<strong>de</strong>re alla chiesa «libertà e dignità», mettendo<br />

«il clero alla mercé <strong>de</strong>l potere civile» e che, mentre si affermava<br />

il principio <strong>de</strong>ll'istruzione e <strong>de</strong>lla sanità pubbliche «si<br />

profilava il carattere <strong>de</strong>llo Stato mo<strong>de</strong>rno totalitario» (sic!). Al-<br />

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