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homolaicus.com Maximilien de Robespierre

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mazione <strong>de</strong>lla repubblica; in secondo luogo, si sostituirono,<br />

con feste civiche e con il culto <strong>de</strong>i martiri <strong>de</strong>lla libertà (il primo<br />

<strong>de</strong>i quali era Marat 7 ), il tradizionale culto <strong>de</strong>i santi e le feste<br />

religiose <strong>de</strong>l calendario gregoriano. Ciò implicava, per la<br />

Convenzione, l'eliminazione di tutte le insegne religiose che si<br />

trovavano sulle stra<strong>de</strong>, nelle piazze e nei luoghi pubblici, nonché<br />

la sostituzione di tutti i nomi, <strong>com</strong>uni e propri, che ricordassero<br />

le tradizioni cristiane, e la sconsacrazione di tutti gli<br />

edifici di culto (a volte in verità anche la loro distruzione, tanto<br />

che il vescovo Grégoire si sentì in dovere di protestare vivacemente:<br />

a lui peraltro si <strong>de</strong>ve il neologismo di «vandalismo»).<br />

Oltre a ciò, si recepì positivamente la sentenza di un<br />

tribunale <strong>de</strong>l distretto di Langeais, che imponeva a un prete<br />

giurato di celebrare il sacramento <strong>de</strong>l matrimonio a un prete<br />

già sposato in civile (11 settembre 1793). Il tribunale - si legge<br />

in essa - consi<strong>de</strong>rava «immorale e impolitico consentire ai ministri<br />

<strong>de</strong>l culto cattolico di rifiutare arbitrariamente la consacrazione<br />

<strong>de</strong>l matrimonio - soprattutto ai preti che si sposano -<br />

col pretesto che il matrimonio è in<strong>com</strong>patibile con l'ordine».<br />

Detto altrimenti: «I ministri religiosi non <strong>de</strong>bbono porsi <strong>com</strong>e<br />

giudici <strong>de</strong>lla verità <strong>de</strong>lla professione di chi si dice appartenente<br />

alla loro confessione». Il che in pratica significava che la chiesa<br />

costituzionale doveva sentirsi costretta a celebrare le nozze<br />

anche ai sacerdoti, ai religiosi e ai divorziati che, pur privi di<br />

alcuna dispensa, lo richie<strong>de</strong>ssero. Disposizione, questa, che, a<br />

giudizio <strong>de</strong>l Rops, portava dritta dritta al «crollo <strong>de</strong>lle fondamenta<br />

<strong>de</strong>lla società cristiana»!<br />

Non è però assolutamente vero - <strong>com</strong>e vuole Dansette -<br />

che «la rivoluzione sottomise lo spirituale al temporale, mentre<br />

l'antico regime conformava il temporale allo spirituale». La<br />

sottomissione e la conformazione <strong>de</strong>ll'uno all'altro erano prati-<br />

7 Marat viene consi<strong>de</strong>rato dallo storico Rogier, nell'opera già citata, un «pericoloso<br />

psicopatico», Chaumette un «<strong>de</strong>generato», Gobel un «servile»,<br />

<strong>Robespierre</strong> un «nevrotico», Hèbert un «sadico e cru<strong>de</strong>le»... Ce n'è insomma<br />

per tutti!<br />

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