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STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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Presenta problematiche legate al contenuto di umidità e alla pezzatura della materia prima, che<br />

deve essere ridotta in pezzi, cippata o trasformata in pellet. Anche la produzione di inquinanti deve<br />

essere limitata con il ricorso a sistemi di abbattimento efficienti.<br />

Per quanto attiene i sistemi di cogenerazione basati sulla combustione diretta, si segnalano i<br />

processi basati su:<br />

Turbine a vapore, in cui l’impianto è costituito da una pompa, una caldaia, una turbina ed un<br />

condensatore. In pratica la turbina, che produce energia, è alimentata dal vapore d’acqua. Il range<br />

di utilizzo di questi impianti va da 1 MWe sino a 50MWe;<br />

Cicli Rankine a fluido organico (ORC), simili alle tradizionali turbine a vapore, eccetto per il fluido di<br />

lavoro che, in questo caso, è un fluido organico con elevata massa molecolare che garantisce<br />

maggiori rendimenti elettrici. Trovano le migliori occasioni di impiego a partire da 600 kWe di<br />

potenza.<br />

I rendimenti elettrici sono più elevati per impianti di potenza superiore a 10 MWe.<br />

Gli impianti di potenza inferiore ad 1 MWe in media si collocano in una fascia di rendimento<br />

elettrico tra 13-17%.<br />

Il processo di pirolisi prevede la decomposizione della biomassa per riscaldamento in assenza di<br />

aria. La pirolisi avviene con temperature comprese fra 200°C e 700°C. A temperature inferiori a 400-<br />

500°C, la pirolisi è definita carbonizzazione e produce carbone di legna, combustibili gassosi e<br />

combustibili liquidi (oli pesanti e leggeri). A sua volta la parte gassosa contiene idrogeno, ossido di<br />

carbonio, anidride carbonica, idrocarburi ed azoto.<br />

Il processo di pirolisi necessita di un riscaldamento e richiede pertanto del materiale secco<br />

(contenuto d’acqua inferiore al 15%) per un rendimento elevato.<br />

Un contenuto d’acqua superiore non impedisce comunque il processo ma ne riduce l’efficienza.<br />

Il processo di gassificazione. La gassificazione è un processo chimico-fisico mediante il quale si<br />

trasforma un combustibile solido (legno, scarti agricoli, rifiuti) in un combustibile gassoso. È, in<br />

questo, affine al processo di pirolisi anche se avviene a temperature molto più elevate e in presenza<br />

di un agente ossidante: tipicamente aria, ossigeno o vapore.<br />

Tanto più è elevata la temperature di processo, maggiore è la percentuale che si ottiene di gas.<br />

Sopra i 1.000°C la gassificazione è praticamente totale. Viene così ottenuta una maggiore frazione di<br />

combustibile direttamente impiegabile in motori endotermici per la produzione di energia elettrica.<br />

I risultati migliori si ottengono con prodotti da trattare a basso contenuto di umidità. Il prodotto<br />

finale è costituito da un gas di sintesi denominato “syngas” che rappresenta esso stesso un<br />

combustibile.<br />

Il processo in un certo modo somma i processi visti sinora realizzandosi in tre fasi sequenziali 5 :<br />

5<br />

Le descrizioni del processo di gassificazione sono molte. In questa sede è stata preferita, per la sua semplicità, quella<br />

utilizzata nel Centro Ricerche ENEA di Trisaia.<br />

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