STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
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Taglio a scelta colturale<br />
Si tratta dell’intervento più diffuso che veniva previsto all’interno dell’area forestale anche se<br />
interessa soltanto tre categorie boschive (lariceti e abetine e faggete).<br />
Figura 20. Localizzazione dell’intervento di Taglio a scelta colturale<br />
Il taglio a scelta colturale dovrebbe essere applicato a soprassuoli che manifestano condizioni<br />
disetanee per piede d’albero o più frequentemente per gruppi. Molti soprassuoli che sono stati fatti<br />
afferire a questo tipo di intervento hanno invece una struttura più assimilabile a quella<br />
coetaniforme (i boschi che presentano dinamiche strutturali vere e proprie del bosco disetaneo non<br />
sono frequenti).<br />
Il taglio a scelta visto come taglio colturale, ovvero intervento localizzato e mirato principalmente<br />
all’aumento della stabilità del soprassuolo e alla preparazione di questo verso dinamiche evolutive<br />
più consone, costituisce una soluzione anche provvisoria per iniziare una gestione selvicolturale più<br />
colturale e meno produttiva.<br />
Il taglio a scelta colturale potrà contenere piccoli tagli a buca a cui evidentemente associare<br />
sottopiantagioni e sarà costituito da selezioni per piede d’albero, per gruppi e da piccoli interventi<br />
di taglio a buche.<br />
Le finalità di questo intervento sono quelle di favorire le classi di età più giovani, l’insediamento<br />
della rinnovazione, le mescolanze a discapito di specie eccessivamente eliofile. Nel PFT sono stati<br />
previsti le seguenti linee gestionali:<br />
LARICETI<br />
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