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STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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• lariceti con altre conifere che determinano una dinamica di invasione e parziale sostituzione<br />

di specie: il larici-cembreto è l’unico tipo di cenosi dove il larice può avere una certa<br />

permanenza o prevalenza a causa della lentezza di evoluzioni di alta quota.<br />

In entrambe le situazioni il larice è sempre presente in posizione dominante, e questo denota la<br />

possibilità di questa specie di rinnovarsi nelle diverse tipologie forestali.<br />

Per quanto riguarda gli aspetti selvicolturali bisogna distinguere tre situazioni:<br />

• popolamenti di discreto valore produttivo che si alternano a formazioni miste a cembro e a<br />

tratti più impervi con funzione di protezione dalle valanghe (Pragelato e Usseaux);<br />

• popolamenti a scarsa produttività ma per i quali è possibile prevedere gestione di<br />

selvicoltura attiva mirata a miglioramenti stazionali (Fenestrelle);<br />

• popolamenti con spiccata funzione protettiva e scarse capacità produttive (comuni della Val<br />

Germanasca, in particolare Prali).<br />

Gran parte del territorio, almeno per quanto concerne le proprietà comunali, è dotato dagli anni ’60<br />

di strumenti di pianificazione che hanno fornito l’opportunità di programmare interventi<br />

selvicolturali idonei a mantenere e migliorare i soprassuoli.<br />

I dati dei precedenti piani di assestamento comunali definivano una provvigione media per ettaro e<br />

un incremento medio inferiori rispetto a quanto evidenziato nella indagine inventariale della<br />

pianificazione forestale regionale, con la conseguente definizione di un prelievo troppo<br />

prudenziale: ora si evidenzia la necessità di raggiungere in periodi più brevi lo stato di normalità.<br />

Il trattamento definito nei Piani di Assestamento Forestale di Pragelato, Massello e Roure tendevano<br />

ad aumentare la presenza di altre specie oltre al Larice e realizzare tagli a buche su piccole superfici<br />

(5,000-8,000 m 2 ) da eseguire soprattutto in presenza di una rinnovazione delle specie auspicate.<br />

Tali interventi sono stati eseguiti soltanto in parte: la gestione selvicolturale ha visto l’esecuzione di<br />

interventi di utilizzazione e di taglio saltuario con un prelievo annuo alquanto<br />

sottodimensionato (fino ad un terzo dell’effettiva potenzialità).<br />

L’attività di utilizzazione è influenzata più dal mercato che da esigenze selvicolturali ed è necessario<br />

ad oggi definire quali soprassuoli di larice siano da destinare ad una maggiore produttività, insieme<br />

alle altre funzioni, ripensando alla proporzione tra foreste in classe puramente produttiva rispetto<br />

alla classificazione produttivo/protettiva.<br />

Nel Piano Forestale Territoriale sono state previste le seguenti linee gestionali, ancora ispirate ad<br />

una certa prudenza nelle utilizzazioni:<br />

1. Per i popolamenti a gestione attiva, realizzazione di interventi rivolti a favorire l’ingresso del pino<br />

cembro: taglio a scelta con interventi di utilizzazione che vadano soprattutto a carico del<br />

soprassuolo dominante (con eccezione per le piante portaseme), arrivando ad estendersi per buche.<br />

Rilascio sulle aree di intervento dei migliori individui portaseme di cembro e di larice.<br />

2. Per i popolamenti con una gestione selvicolturale di tipo conservativo si prevede comunque un<br />

taglio a scelta con un modesto prelievo finalizzato ad interventi di tipo fitosanitario e di<br />

regolarizzazione della struttura favorendo il Pino Cembro e altre specie utili.<br />

Le Laricete con funzione produttiva vengono in parte utilizzate con tagli a scelta o con tagli a<br />

buche, favorendo le dinamiche in atto, con selezioni a favore del pino cembro, per il mantenimento<br />

della struttura esistente attraverso utilizzazioni di tipo saltuario mirate ad un prelievo moderato per<br />

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