STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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Si riporta testualmente quanto indicato sul sito del Forum per l’Energia 2 : “Sul fronte delle fonti energetiche rinnovabili, la nuova strategia regionale vuole porsi l’ambizione di migliorare complessivamente del 10% gli obiettivi al 2020 oggi proposti dal Governo nazionale nel d.m. Burden Sharing, con particolare riferimento allo sforzo ipotizzato per l’ambito della produzione termica da fonti rinnovabili (cioè arrivare a circa 1900 ktep circa). Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili sarà promosso, in un’ottica di sostenibilità, favorendo l’uso ottimale delle risorse ambientali e territoriali, nonché la riduzione degli impatti.” Si prevedono, al momento, due linee di azione: LINEA D'AZIONE I.1 REALIZZAZIONE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA ALIMENTATI DA BIOMASSE FORESTALI Obiettivi Beneficiari delle risorse Risorse 2012 - 2014 5.000.000 € - POR FESR Asse 2 Tipologia di contributo Ricadute attese LINEA D’AZIONE I.2 Agevolare la diffusione, sul territorio piemontese, di nuovi impianti di produzione di energia termica (>1MW) alimentati da biomasse provenienti dalla filiera forestale Soggetti economici pubblici e privati, singoli e associati, compresi i Comuni e le Comunità Montane Finanziamento agevolato, IVA esclusa, mediante fondo rotativo regionale a tasso zero, fino ad un finanziamento massimo pari a 1.000.000 € Promuovere la filiera legno-bosco-energia attraverso l’incentivazione alla realizzazione di impianti di produzione di energia termica (eventualmente dotati di reti locali di teleriscaldamento), alimentati da biomasse e collegati ad iniziative territoriali di gestione delle risorse forestali REALIZZAZIONE DI IMPIANTI TERMICI ALIMENTATI A FONTE RINNOVABILE Obiettivi Beneficiari delle risorse Enti pubblici, PMI e Gl Risorse 2012 - 2014 3.500.000 € - POR FESR Asse 2 Tipologia di contributo Ricadute attese 2 Cfr. www.forumenergia.regione.piemonte.it Agevolare la diffusione, sul territorio piemontese, di impianti termicI alimentati a fonte rinnovabile Finanziamento agevolato, IVA esclusa, mediante fondo rotativo regionale a tasso zero, fino a un finanziamento massimo pari a 500.000 € Favorire la progettazione, sostituzione e/o realizzazione di impianti alimentati a fonte rinnovabile e destinati ad uso riscaldamento e raffrescamento sviluppando sul territorio piemontese la filiera corrispondente. Azione in accordo con il d.m. “burden sharing” che prevede, per il <strong>Piemonte</strong>, una forte crescita degli impianti termici alimentati a fonte rinnovabile. 89
Criticità dell’attuale sistema normativo. Il sistema di incentivazione attuale offre quindi numerose opportunità che gli enti locali, gli operatori industriali e di filiera non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Rappresenta un indubbio passo in avanti rispetto alla situazione attuale, tuttavia presenta ancora numerosi limiti e non aiuta a risolvere alcune criticità presenti nella realtà forestale italiana: • Purtroppo, tra le iniziative sopra presentate, solo le misure regionali sulla promozione della produzione termica prevedono iniziative specificamente rivolte a promuovere i progetti collegati ad iniziative territoriali. • Benché il sistema tariffario premiale sia condivisibile come logica, alla luce dell’attuale offerta tecnologica e dei costi di gestione delle foreste, anche le massime tariffe offerte nel caso di progetti virtuosi non sembrano tanto interessanti da giustificare investimenti di rilievo nel settore. Come dimostreremo più avanti nella relazione, l’elemento cardine su cui basare la scelta di investimento sarà esclusivamente il prezzo di cessione dell’energia termica. • L'attuale testo sulle incentivazioni alla produzione elettrica considera le biomasse forestali alla stregua di quelle agricole, e questo è un errore evidentemente generato da una maggiore consapevolezza della realtà agricola di quella forestale. Agricoltura e foresta sono due realtà diverse, con produzioni diverse, sistemi di proprietà e produzione diversi e sarebbe stato giusto considerarle in modo separato, come peraltro viene fatto per il biogas. • Il decreto rinnovabili elettriche non favorisce in alcun modo la filiera corta, privilegiando i programmi in campo agricolo e adottando, per il resto, criteri di merito esclusivamente tecnici: i costi di gestione delle foreste sono più elevati e un sistema tariffario come quello attuale non aiuta lo sviluppo di impianti cogenerativi sul territorio. • Il fatto che la concessione della tariffa prodotti/sottoprodotti sia condizionata non dal materiale effettivamente trattato in centrale ma da un titolo autorizzativo valido per venti anni, introduce delle rigidità eccessive nella organizzazione dei piani di business dei produttori. • La distinzione tra prodotti e sottoprodotti in materia di gestione forestale non è così ovvia come in agricoltura. Si ha la sensazione che per quanto riguarda la biomassa da destinare a produzione cogenerativa il decreto risenta di una sorta di strabismo: da un lato si propone grandi obiettivi per quanto riguarda il numero di centrali e la potenza complessiva installata sul territorio, d’altronde non permette, a meno che un produttore non riesca a vendere l’energia termica a prezzi molto superiori a quelli di mercato, di remunerare l’acquisto di biomassa locale. Le basi di calcolo che hanno giustificato il decreto sono infatti di facile valutazione: integrando i valori indicativi del costo attuale delle tecnologie con i costi medi necessari per gli investimenti collegati, oltre ai costi medi di manutenzione e alle entrate per energia termica nei venti anni di vita utile dell’impianto, è relativamente facile costruire una proiezione economico finanziaria di un “investimento tipo”. 90
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Con il contributo di Uncem Piemonte
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