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STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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I valori sopra indicati – che portano ad un totale di circa 3 milioni di tonnellate all’anno - prevedono<br />

la valorizzazione di tutta la biomassa potenzialmente retraibile dalla gestione sostenibile del<br />

territorio.<br />

In almeno due casi, però, questi dati sembrano però sottostimati :<br />

• Secondo il Prof. Novello della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, la produzione annua di<br />

biomasse ritraibili dal settore vitivinicolo per finalità energetiche, è stimabile in 900 mila tonnellate di<br />

sarmenti, a cui si possono aggiungere 1,4 milioni di tonnellate di vinacce.<br />

• Rimanendo sempre nel settore agricolo, un apporto energetico di un certo rilievo arriverà entro il<br />

2012 con l’avvio della centrale che la multinazionale Mossi & Ghisolfi sta realizzando a Crescentino. In<br />

questo caso, la distillazione di Bioetanolo e la produzione parallela di energia elettrica tramite la<br />

combustione dei residui di processo, sono prodotti energetici resi possibili grazie alle nuove<br />

coltivazioni intensive di Arundo Donax che si stanno avviando su di una superficie di almeno 4.000<br />

ettari entro il raggio di 70 km. dalla centrale.<br />

E’ quindi possibile che il valore potenziale effettivo sia molto più consistente di quello riconosciuto<br />

dalla Regione. Limitando però l’analisi alla biomassa di origine forestale3 , il valore stimato di 2<br />

milioni di tonnellate è generalmente accettato dalle organizzazioni universitarie e dagli enti di<br />

ricerca.<br />

Una quantità potenziale di legna importante, della quale poco meno di un terzo è già oggi<br />

disponibile senza necessità di adeguamenti infrastrutturali in quanto presente all’interno del 44% di<br />

superfici boscate di proprietà pubbliche o private rilevate, raggiungibili tramite strade forestali.<br />

La stima è basata sulle seguenti categorie di esbosco:<br />

prelievo di legna da ardere dai cedui in produzione;<br />

utilizzazione dei cedui abbandonati;<br />

cure colturali e i residui delle utilizzazioni delle fustaie;<br />

prelievo “fuori foresta”;<br />

utilizzazione di siepi, filari e boschetti non in produzione;<br />

biomassa di origine agricola (potature e ceppaie di fruttiferi e pioppeti);<br />

biomassa di origine industriale.<br />

Al netto delle utilizzazioni più redditizie dl legname, e limitando la prospettiva di intervento alle<br />

proprietà oggi “disponibili ” sul territorio regionale, si può quindi agevolmente stimare in circa 600<br />

mila tonnellate la biomassa effettivamente oggi valorizzabile sul nostro territorio.<br />

3 Secondo alcuni studi effettuati dalla Regione <strong>Piemonte</strong> (consultabili sul sito Web) si stima che in <strong>Piemonte</strong> vegetino circa<br />

1 miliardo di alberi. Dal punto di vista gestionale, l’insieme dei boschi è stato classificato sulla base di 93 tipi forestali a<br />

loro volta raggruppati in 21 categorie forestali idonee a essere avviati a fustaia.<br />

93

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