STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Criticità dell’attuale sistema normativo.<br />
Il sistema di incentivazione attuale offre quindi numerose opportunità che gli enti locali, gli<br />
operatori industriali e di filiera non dovrebbero lasciarsi sfuggire.<br />
Rappresenta un indubbio passo in avanti rispetto alla situazione attuale, tuttavia presenta ancora<br />
numerosi limiti e non aiuta a risolvere alcune criticità presenti nella realtà forestale italiana:<br />
• Purtroppo, tra le iniziative sopra presentate, solo le misure regionali sulla promozione della<br />
produzione termica prevedono iniziative specificamente rivolte a promuovere i progetti collegati ad<br />
iniziative territoriali.<br />
• Benché il sistema tariffario premiale sia condivisibile come logica, alla luce dell’attuale offerta<br />
tecnologica e dei costi di gestione delle foreste, anche le massime tariffe offerte nel caso di progetti<br />
virtuosi non sembrano tanto interessanti da giustificare investimenti di rilievo nel settore. Come<br />
dimostreremo più avanti nella relazione, l’elemento cardine su cui basare la scelta di investimento<br />
sarà esclusivamente il prezzo di cessione dell’energia termica.<br />
• L'attuale testo sulle incentivazioni alla produzione elettrica considera le biomasse forestali alla<br />
stregua di quelle agricole, e questo è un errore evidentemente generato da una maggiore<br />
consapevolezza della realtà agricola di quella forestale. Agricoltura e foresta sono due realtà diverse,<br />
con produzioni diverse, sistemi di proprietà e produzione diversi e sarebbe stato giusto considerarle<br />
in modo separato, come peraltro viene fatto per il biogas.<br />
• Il decreto rinnovabili elettriche non favorisce in alcun modo la filiera corta, privilegiando i programmi<br />
in campo agricolo e adottando, per il resto, criteri di merito esclusivamente tecnici: i costi di gestione<br />
delle foreste sono più elevati e un sistema tariffario come quello attuale non aiuta lo sviluppo di<br />
impianti cogenerativi sul territorio.<br />
• Il fatto che la concessione della tariffa prodotti/sottoprodotti sia condizionata non dal materiale<br />
effettivamente trattato in centrale ma da un titolo autorizzativo valido per venti anni, introduce delle<br />
rigidità eccessive nella organizzazione dei piani di business dei produttori.<br />
• La distinzione tra prodotti e sottoprodotti in materia di gestione forestale non è così ovvia come in<br />
agricoltura.<br />
Si ha la sensazione che per quanto riguarda la biomassa da destinare a produzione cogenerativa il<br />
decreto risenta di una sorta di strabismo: da un lato si propone grandi obiettivi per quanto riguarda<br />
il numero di centrali e la potenza complessiva installata sul territorio, d’altronde non permette, a<br />
meno che un produttore non riesca a vendere l’energia termica a prezzi molto superiori a quelli di<br />
mercato, di remunerare l’acquisto di biomassa locale.<br />
Le basi di calcolo che hanno giustificato il decreto sono infatti di facile valutazione: integrando i<br />
valori indicativi del costo attuale delle tecnologie con i costi medi necessari per gli investimenti<br />
collegati, oltre ai costi medi di manutenzione e alle entrate per energia termica nei venti anni di vita<br />
utile dell’impianto, è relativamente facile costruire una proiezione economico finanziaria di un<br />
“investimento tipo”.<br />
90