STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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Da questo esercizio si ricava che il costo utilizzato come riferimento per le biomasse considerate “prodotti energetici” non supera il valore di 55/60 € alla tonnellata. Questo valore, in linea con i prezzi attuali della biomassa di scarto o di importazione è però lontano dai costi effettivi delle filiere energetiche forestali italiane, stimabili in un valore oscillante tra i 70 e i 90 Euro. E’ possibile che le valutazioni abbiano previsto un’evoluzione dei prezzi delle tecnologie al ribasso nei prossimi tre anni lontana dalle previsioni dei settori industriali coinvolti, ma la sensazione è che più semplicemente le analisi siano state fatte da persone prive di esperienza concreta nelle dinamiche di costo e valore dell’economia forestale. In pratica, ciò che ha condizionato lo sviluppo dei decreti appare come un approccio ingegneristico particolarmente concentrato sulla tecnologia di conversione adottata, sugli aspetti strutturali e sugli impatti emissivi, che però ha finito per sottovalutare il costo di fornitura del materiale “combustibile”. Peccato che i costi di esbosco e trasporto non dipendano dalla buona volontà dei boscaioli ma da parametri di produttività abbastanza semplici da valutare. Linee di indirizzo strategico La criticità sopra indicate non riducono di certo le aspettative di valorizzazione dei nostri boschi attraverso lo sviluppo di filiere energetiche, tuttavia impongono una ridefinizione strategica dell’approccio territoriale rispetto al precedente regime di sostegno. I punti cardine di questo modello di intervento sono cinque: -‐ Gestione associata delle proprietà boschive e delle filiere collegate. -‐ Tracciabilità. -‐ Massima valorizzazione economica dell’energia termica cogenerata. -‐ Organizzazione di piattaforme logistiche territoriali. -‐ Gestione integrata di caldaie a biomassa e reti termiche sul territorio. 91
IL PATRIMONIO FORESTALE DELLA REGIONE PIEMONTE. Un calcolo preciso della biomassa potenzialmente disponibile su scala europea o nazionale è un esercizio estremamente difficile: • Le stime relative alle biomasse agricole sono condizionate da cicli stagionali, tipologia di coltivazioni da variabilità nella produttività e dai processi di gestione colturale. • I valori relativi alle biomasse forestali dipendono anche dalle locali condizioni di accessibilità dei boschi (piste forestali, frammentazione delle proprietà boschive, iter procedurali …) dalle politiche di protezione. • La effettività dei piani di gestione forestale si scontra sempre con la problematica dei costi di esbosco che variano da zona a zona. Per via di queste complessità, molti studi di settore sono spesso realizzati in base a parametri che non aiutano ad orientare - se non in modo enfatico – la definizione di una politica di intervento. Nella nostra analisi, invece, partendo da studi puntuali realizzati a livello locale, ci proponiamo di indicare una prospettiva di scenario effettiva, calata nella realtà operativa. In <strong>Piemonte</strong>, del resto, sappiamo con relativa precisione quanta biomassa potrebbe essere messa a disposizione per la valorizzazione energetica. Nel documento “Relazione Programmatica sull'Energia” prodotto dalla Regione nel 2010 sono infatti indicati i risultati di uno studio condotto da diversi Enti che hanno stimato la produzione annua di biomassa – riferibile ad uno scenario “alto” di intervento - nel modo seguente: Foreste Categoria Assortimento Arboricultura Frutteti e residui di potatura Residui cereali Superficie (1000 ha) Produzione (1000 t) Cippato di legna 1.108,0 540,6 Legno a tronchetti 954,3 Pioppi 48,2 79,3 SRF – Turno breve - - Residui di vigna 22,0 28,6 Potatura noccioli 11,0 13,2 Frutteti 7,9 15,7 Sostituzione alberi 18,9 53,8 Mais 173,1 138,5 Paglia Riso 117,6 294,6 Lolla di riso 120,2 Residui segheria 274,6 Totale 939,3 3.080,8 92
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