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STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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LINEA DI AZIONE C: PIATTAFORMA LOGISTICA<br />

CON GASSIFICATORE DI MEDIA TAGLIA COLLEGATO AD UNA LINEA DI<br />

PRODUZIONE PELLET<br />

Questo modello di intervento è quello che più è in grado di valorizzare il sistema territoriale,<br />

proponendosi di sfruttare tutte le incentivazioni a disposizione sia delle imprese inserite nella filiera<br />

bosco – legno – energia, sia degli utenti finali dei prodotti energetici.<br />

1. l’obiettivo di questa linea di azione è gestire all’interno di un unico disegno imprenditoriale -<br />

integrato attorno alla “piattaforma logistica” – la maggior parte delle dinamiche di valore<br />

che si possono originare su un territorio a vocazione forestale. Il materiale esboscato,<br />

conferito alla piattaforma sarà infatti destinato alle seguenti valorizzazioni prevalenti:<br />

• produzione di energia elettrica;<br />

• produzione co-generata di energia termica;<br />

• produzione di pellet e materiali combustibili;<br />

• produzione di materiali a valore aggiunto (paleria, assi, pannelli truciolari …)<br />

2. L’energia termica generata dal gassificatore sarà integralmente utilizzata allo scopo di<br />

produrre pellet industriale, realizzato con ulteriore materiale legnoso e con biomasse di<br />

scarto del territorio non utilizzabili all’interno del gassificatore.<br />

3. Il pellet (a km zero, in quanto realizzato con materiali locali) sarà destinato all’alimentazione<br />

di una rete di caldaie a biomassa, inserite sul territorio presso gli immobili pubblici o altre<br />

grandi utenze beneficiando delle misure riservate alla produzione termica.<br />

4. Una quota significativa di materiale esboscato (non inferiore al 30% sul totale) sarà invece<br />

destinato alla produzione e commercializzazione di materiali a maggior valore aggiunto.<br />

Questo circuito chiuso si adatta perfettamente alle finalità proprie della Green Economy di<br />

creazione e mantenimento sul territorio di valore economico. Presenta però delle complessità<br />

importanti e degli elementi di rischio non secondari che lo rendono replicabile solo in condizioni<br />

territoriali molto precise:<br />

a. Si tratta infatti di un approccio industriale che richiede investimenti importanti, gestione di<br />

grandi quantità di legname (circa 30 mila tonnellate all’anno) e solide relazioni territoriali. E’<br />

quindi un modello di azione consigliabile in quelle situazioni territoriali dove i consorzi di<br />

proprietari forestali, nei termini indicati in precedenza, siano già costituiti e in grado di<br />

aderire contrattualmente ad un patto di filiera.<br />

b. L’opportunità di offrire al mercato pellet e materiali combustibili derivati da biomasse è<br />

certamente adeguata allo scenario che si aprirà con il nuovo sistema di incentivazione, ma<br />

richiede anche una preventiva disponibilità degli enti locali coinvolti nella iniziativa ad<br />

aderire al progetto mettendo a disposizione le proprietà boschive e le proprie strutture<br />

immobiliari ottenendo, in cambio, un servizio di fornitura energetica di lungo termine.<br />

c. E’ necessario estendere il sistema di relazioni anche a soggetti finanziari disponibili ad agire<br />

con le modalità E.S.Co nei confronti delle forniture termiche ai comuni interessati alla<br />

sostituzione di caldaie tradizionali con sistemi a biomassa.<br />

I valori economici di seguito presentati sono tratti dal business plan realizzato nell’ambito di una<br />

iniziativa in via di realizzazione nel Biellese. Il costo della biomassa parte da un valore inferiore a<br />

quello stimato nei due casi precedenti in quanto si riferisce a materiale ancora di cippare e prevede,<br />

in misura rilevante, anche la valorizzazione (come pellet) di scarti agricoli a basso costo e<br />

sottovaglio, attualmente non impiegabili nei gassificatori.<br />

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