STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
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produttivi e alla diffusione delle fonti fossili nei sistemi di alimentazione energetica industriale e<br />
domestica.<br />
L’insieme di questi fattori porta il <strong>Piemonte</strong> ad avere caratteristiche peculiari rispetto alle regioni<br />
alpine del Nord.<br />
Commentando le tabelle inserite in queste pagine, si può evidenziare quanto il <strong>Piemonte</strong> differisca<br />
dalle altre regioni alpine per categorie di utilizzazione boschiva che per forma di governo.<br />
ISTAT - Tavola F04 - Indicatori di boscosità, per forma di governo (dati in percentuale).<br />
Dettaglio per regione - Anno 2005<br />
Regioni<br />
Fustaie<br />
%<br />
Cedui<br />
%<br />
% boschi rispetto<br />
alla superficie<br />
regionale<br />
Superficie<br />
boschiva (ettari<br />
x 1000) 4<br />
<strong>Piemonte</strong> 9,2 17,3 26,5 638<br />
Valle d'Aosta 21,4 - 21,4 78<br />
Lombardia 8,7 12 20,7 606<br />
Liguria 16,1 36,3 52,4 333<br />
Alto Adige 39,3 - 39,3 294<br />
Trentino 41 11,1 52,1 312<br />
Veneto 8 6,8 14,8 340<br />
Friuli-Venezia Giulia 15,7 8 23,7 325<br />
Emilia-Romagna - 13,9 13,9 391<br />
Totale Nord 12,6 12,6 25,2 3.317<br />
A differenza dei boschi del nord est italiano, le nostre foreste sono prevalentemente rappresentate<br />
da cedui e questo determina la principale difficoltà di sviluppo delle attività di filiera (essendo il<br />
ceduo storicamente destinato alla produzione di legna da ardere e di pali, mentre offre un apporto<br />
molto scarso alle destinazioni più redditizie del legname da opera e da taglio).<br />
Si definisce “ceduo” un bosco in cui il rinnovamento delle piante in seguito al taglio avviene con<br />
nuovi fusti - i polloni - originati da gemme presenti sulla ceppaia. Solo alcune specie forestali sono<br />
dotate della cosiddetta “capacità pollonifera”, ossia della capacità di emettere i polloni dopo il<br />
taglio: si tratta in particolare delle latifoglie, tra cui il faggio e il castagno.<br />
Un tempo i boschi cedui venivano tagliati ogni 10 - 30 anni. Rappresentavano una risorsa di<br />
primaria importanza, che poteva essere utilizzata direttamente oppure trasformata in carbone<br />
vegetale, come testimoniano ancor oggi le numerose aie carbonili rinvenibili nei boschi.<br />
4 I dati Istat sulla superficie forestale differiscono dai dati della Regione <strong>Piemonte</strong> a motivo di criteri differenti di<br />
classificazione. Dal 2006 l'ISTAT ha infatti adottato quale definizione di superficie forestale quella prevista dal Reg. (CE)<br />
n. 2152/2003 “Monitoraggio delle foreste nelle Comunità (Forest Focus)”.<br />
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