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STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte

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Si evince che la classe di destinazione produttivo-protettiva è la più importante, interessando circa<br />

la metà della superficie territoriale; sono altresì elevate le classi naturalistica e protettiva, con circa il<br />

27% della superficie. Nella classe “altro” rientrano affioramenti rocciosi, acque, aree urbane.<br />

La suddivisione era stata realizzata con le seguenti modalità:<br />

Aree da destinare a protezione. Dall’analisi delle diverse aree territoriali, è stata realizzata una carta<br />

delle unità critiche e, attraverso la sovrapposizione con le tipologie forestali e le categorie di<br />

pascolo, è stata attribuita la funzione protettiva.<br />

Aree da destinare a funzione Naturalistica. Individuate sovrapponendo i confini dei Parchi Naturali.<br />

Aree da destinare a funzione di Fruizione. Individuate sulla base della presenza di impianti sciistici e<br />

di pertinenze delle aree turistico-ricettive. Nell’area prossima al polo del Sestriere, la fruizione<br />

turistica è segnalata fino al collegamento con i confini del parco della Val Troncea, ad eccezione<br />

delle zone già classificate a destinazione protettiva.<br />

Aree da destinare a funzione di produzione-protezione. Pur non essendo presenti in queste aree<br />

zone particolarmente fertili per essere destinate alla sola produzione, si è segnalata questa<br />

destinazione per sottolineare l’importanza della gestione forestale attiva.<br />

Aree da destinare a funzione di Evoluzione libera. Sono le aree che comprendono i soprassuoli<br />

forestali non destinabili ad altre possibili forme gestionali.<br />

Aree da destinare a funzione di Produzione. Pur essendo abbastanza basse le provvigioni tipiche dei<br />

soprassuoli il dato è esageratamente basso non essendo segnalati nel piano boschi esclusivamente<br />

produttivi. L’unica eccezione riguarda alcuni “boschi da seme” appartenenti alla categoria del laricicembreto<br />

e ubicati nel comune di Pragelato.<br />

Indicazioni selvicolturali generali a seconda della destinazione<br />

Destinazione Protettiva<br />

Soprassuoli con elevato indice di rischio idrogeologico e di potenzialità alla manifestazione di<br />

valanghe. La loro funzione è di mantenere la protezione del suolo, la stabilità dei versanti,<br />

migliorare le caratteristiche del deflusso idrico di superficie, favorire la rinaturalizzazione delle aree<br />

distrutte da valanghe e da fenomeni di massa, con un ruolo di protezione sia indiretta che diretta.<br />

Laddove sono presenti boschi con anche caratteristiche produttive bisognerà porre attenzioni<br />

gestionali per mantenere/incrementare la loro funzione protettiva, insieme alla produzione di un<br />

adeguato reddito: spesso per prorogare nel tempo l’effetto protettivo bisogna gestire il soprassuolo<br />

con tagli boschivi che risultano adeguati anche alla produzione di legname. Ricadono in questa<br />

destinazione gran parte delle boscaglie, alcuni acero-frassineti, poche faggete; viceversa elevata è la<br />

presenza di lariceti e anche di pinete di pino silvestre.<br />

Gli obiettivi generali puntano principalmente alla trasformazione verso strutture più stabili, di<br />

alleggerimento della pressione antropica, per il raggiungimento di foreste a più elevata resilienza.<br />

La ceduazione è totalmente esclusa per evitare ulteriori fenomeno di degrado e gli interventi di<br />

utilizzazione delle fustaie sono gestiti in modo da non lasciare fallanze nella copertura, con un<br />

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