STUDIO FILIERA VAL CHISONE COMPLETO - UNCEM Piemonte
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E’ evidente che i valori in gioco siano tali da pretendere una decisa politica di intervento da parte<br />
delle istituzioni locali. In base al sistema attuale di tariffazione, infatti, in termini di mercato questo<br />
volume di biomassa disponibile può essere declinato nel modo seguente:<br />
• circa 80-100 milioni di euro all’anno connessi alla vendita di energia elettrica;<br />
• un valore potenziale analogo di energia termica;<br />
• nuovi investimenti per 350-400 milioni di euro;<br />
• circa 2.000 nuovi posti di lavoro sul territorio piemontese per le attività di filiera.<br />
Caratteristiche dei boschi piemontesi<br />
Con i suoi quasi 900.000 ettari di superficie boscata il <strong>Piemonte</strong> è la seconda regione italiana – dopo<br />
la Toscana - per estensione forestale e la prima tra le regioni alpine.<br />
Provincia<br />
Estensione superficie per categoria forestale, in ettari<br />
Castagneti Faggete Robinieti Lariceti<br />
Altre<br />
categorie<br />
Totale ha.<br />
Alessandria 19.860 4.524 21.799 0 59.955 106.138<br />
Asti 3.378 0 26.947 0 12.522 42.847<br />
Biella 18.580 4.933 5.561 5 17.776 46.815<br />
Cuneo 76.567 49.098 18.384 20.102 78.135 242.286<br />
Novara 9.223 266 10.242 0 14.497 34.228<br />
Torino 41.480 28.530 18.095 40.799 90.900 220.164<br />
VCO 24.953 32.706 719 16.228 50.192 124.798<br />
Vercelli 10.007 15.713 6.389 2.402 22.873 57.384<br />
Regione 204.368 135.770 108.136 79.536 346.850 874.660<br />
Regione <strong>Piemonte</strong> - I Boschi del <strong>Piemonte</strong> - a cura di Ipla SpA - Anno 2007<br />
Dal punto di vista della composizione varietale delle foreste piemontesi, come si può osservare nella<br />
tabella di questa pagina, la foresta piemontese è prevalentemente composta da latifoglie - in<br />
particolare castagno, faggio e robinia - mentre il larice è la conifera più diffusa.<br />
Le nostre montagne sono quindi, potenzialmente, tra le più ricche d’Europa anche se presentano un<br />
tasso di utilizzazione bassissimo.<br />
Il sotto-utilizzo di questa risorsa trova le sue diverse ragioni nell’evoluzione industriale del nostro<br />
territorio: nelle esigenze di riqualificazione e protezione di un patrimonio naturale che nella prima<br />
metà del secolo scorso era andato depauperandosi, nella frammentazione delle proprietà e nei vari<br />
fenomeni collegati allo spopolamento delle montagne, oltre alla centralizzazione dei processi<br />
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