Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi
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insegnare ( 20 ), ma questa sua richiesta non viene nemmeno presa in<br />
considerazione, così come le ripetute e patetiche richieste per la pensione<br />
( 21 ).<br />
Il Pitrè gli scrive e questo sembra scuoterlo un po' dall'abbattimento<br />
di vedersi così ingiustamente trattato dai suoi stessi concittadini.<br />
Nella introduzione al I volume di Proverbi avrà visto citata la sua bella raccoltina.<br />
Adesso mi è lecito sperare che Ella voglia darci una raccolta di panzane<br />
<strong>bergamasche</strong>. Oh! non ce le darà il nostro bravo Tiraboschi?<br />
( 20 ) Così scrive al Suardo, molto influente presso il ministro: « Da persona, che può<br />
essere benissimo informata, vengo a sapere che il Sig. Lodovico Cobianchi, professore<br />
di francese in questo R. Istituto Tecnico, ha chiesto di essere traslocato. Se<br />
ciò avvenisse, io aspirerei a quel posto perché credo che potrei, senza venir meno<br />
a' miei doveri, soddisfare ai due uffici di insegnante governatico e di bibliotecario<br />
comunale, migliorando così la meschina condizione della mia famigliuola. Quando<br />
poi non fosse compatibile l'unione di due servizi, io darei la preferenza a quello<br />
d'insegnante, anche per la sola ragione che ritornando all'Istruzione mi saranno<br />
calcolati per la pensione i miei diciassette anni di servizio che il Comune di Bergamo<br />
m'ha dichiarato di non calcolare, quantunque li abbia passati tutti in questa Regia<br />
Scuola Tecnica, ed abbia come cittadino fatto qualche cosa più del mio dovere.<br />
Mi perdoni questa intonazione un po' brusca, ed Ella voglia contribuire a mettere<br />
un padre nella condizione di poter fissare con occhio tranquillo l'avvenire della<br />
propria famigliuola» (13.7.1881).<br />
( 21 ) Doveva essere un momento particolarmente difficile per il Tiraboschi, frustrante<br />
moralmente, defatigante fisicamente, insostenibile economicamente. Redige alcuni promemoria,<br />
in uno così si esprime: « Nella mia domanda di concorso al posto di<br />
bibliotecario manifestava la lusinga che, nel caso di nomina, mi sarebbero calcolati<br />
per la pensione gli anni d'insegnamento da me impartito nella Scuola Tecnica di<br />
questa Città. — Siccome nell'atto di partecipazione della mia nomina a Bibliotecario<br />
non era fatto alcun cenno circa il compiuto de' miei anni di servizio quale insegnante,<br />
per chiarire la mia posizione presentai alla Onor.le Commissione sopra la<br />
Civica Biblioteca una domanda, che dalla stessa fu accompagnata favorevolmente alla<br />
Giunta Municipale. Con lettera del 3 Settembre 1879 l'Ill. Sig. Presidente della<br />
Commissione Sorvegliatrice mi partecipava che "la Giunta Comunale avea fissato il<br />
cominciamento del tempo utile per la pensione dal giorno della nomina, non escludendo<br />
però che il Consiglio Comunale potesse, all'evenienza, adottare una deliberazione<br />
più favorevole". Quantunque la risposta dell'Onorevole Giunta contenesse<br />
una lusinga per l'avvenire, ed io fossi persuaso dei benevoli sentimenti del Consiglio<br />
Comunale, i doveri di padre di famiglia mi eccitarono a non lasciare in dubbio i<br />
benefici, che può avermi procurato un servizio regolare in quindici anni, oltre due<br />
anni di supplenze. Perciò anziché aspettare un tempo in cui non mi sarebbe più<br />
possibile riparare ad una deliberazione sfavorevole, mi decisi a pregare l'Onorevole<br />
Giunta che volesse sottoporre la mia domanda al Consiglio Comunale, dichiarando<br />
ch'io era pronto a versare al fondo pensioni quella somma che sarebbe per risultare<br />
in confronto dei relativi Regolamenti. — Il civico Consiglio, nell'Adunanza 20 Settembre<br />
1880, non accolse la mia domanda; ond'io da quel giorno sono angustiato<br />
dall'incertezza dell'avvenire della mia famigliuola ed ho perduta quella tranquillità<br />
d'animo, che era necessaria per continuare studi patrii, a cui ho sacrificato tempo,<br />
denaro e carriera ».<br />
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