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Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi

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nel quale vi si nascose dopo essersi accertata che sarebbe ( 121 )<br />

stato comperato dal figliuolo del re. Lo specchio fu posto nella camera<br />

del principe, e quando fu notte avanzata Andreana [uscì dall'armadio,<br />

batté l'acciarino, accese candele,] ( 122 ) / nel mezzo delle quali si mostrò<br />

biancovestita, nera in volto e minacciosa. Il principe spaventato le<br />

chiese ripetutamente che cosa volesse, ed ella ripeté sempre: « Ti voglio<br />

te »; infine il principe svenne per lo spavento, che gli fu cagione<br />

di grave malattia. Quando convalescente si mostrò sulla loggia che dava<br />

sul giardino, Arianna ( 123 ) si trovò pronta a sussurrargli: « Ti voglio te,<br />

ti voglio te ». Il principe volle trarne terribile vendetta; la sposò coll'intenzione<br />

di ucciderla nella stessa prima notte del matrimonio. Arianna<br />

fu avvertita della grande disgrazia che le sovrastava, onde ( 124 ) nel<br />

talamo pose in sua vece un fantoccio avente nel cuore una vescica<br />

piena di latte e vino. Il principe non venne meno al suo fiero proposito;<br />

quando credette addormentata la sposa si recò pian piano al letto<br />

nuziale, vibrò il colpo e l'umore della vescica gli spruzzò le labbra;<br />

sentendolo dolce esclamò: « O come è dolce il sangue / della mia Andreana!<br />

Perché l'ho io uccisa? » e molte altre esclamazioni che lo mostravano<br />

pentito. Comparve allora Andreana, che confessò il suo stratagemma.<br />

Ne fu lietissimo il principe ed a corte fu imbandito ricchissimo<br />

banchetto facendosi un gran pasto, di cui non mi si offrì nemmeno un<br />

boccone ( 125 ).<br />

14<br />

La stanga picchia e torna ( 126 )<br />

Un giovane infingardo, stanco dei rimprocci dei parenti, si partì da casa<br />

per andare in cerca di lavoro. Giunto in un luogo molto deserto interrogò<br />

( 121 ) Sulla linea, corregge una parola sottostante illeggibile.<br />

( 122 ) Una riga invade il margine inferiore della pagina; qui fra parentesi quadre.<br />

( 123 ) Sic per « Andreana ».<br />

( 124 ) Segue « posasi », cancellato.<br />

( 125 ) Di questa pag. 32 sono utilizzate le prime sette righe, seguono due righe bianche<br />

e quindi su sei righe, a matita: « Cfr. La bella Annina, 1 a delle fiabe mantovane<br />

raccolte da I. Visentini, in [Questa nota è dello scrittore Italo Calvino, probabilmente]<br />

in « <strong>Fiabe</strong> mantovane » raccolte da Isaia Visentini - Torino / 1879 - [vol.<br />

VII dei « Canti e racconti del popolo ital., pubblicate per / cura di Domenico e<br />

Alessandro d'Ancona] ». Le frasi tra parentesi quadre sono nel testo. Queste sei<br />

righe sono cancellate da quattro tratti a matita. Le restanti cinque righe della pagina<br />

sono bianche.<br />

( 126 ) Una riga bianca separa il titolo dal testo.<br />

385

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