Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi
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aggiunto l'età di quattordici o quindici anni lo manderai a me con<br />
una lettera, la quale possa farmelo riconoscere. Quando fu arrivato<br />
il tempo stabilito la regina ( 5Ó ) chiamò il proprio figlio, gli fece preparare<br />
un bel destriere e gli ordinò di portare una lettera ad un tal signore<br />
che si trovava nella tal città e dal quale avrebbe ottenuto la<br />
risposta. Il giovinetto si pose in sella ( 57 ), ma dopo lungo cammino<br />
attraverso una grandissima selva non poté più reggere dalla sete. Incontrato<br />
un giovane [storpio] gli chiese dove potesse trovare un po'<br />
d'acqua, e colui gli indicò una fonte in luogo basso, al quale non si /<br />
potea ( 58 ) andare col cavallo, perciò il nostro viaggiatore dovette affidarne<br />
la custodia allo storpio. Questi, appena fu ( 59 ) solo, frugò nella<br />
valigia del giovinetto. Trovata la lettera, la lesse, ed avendo appreso<br />
che il latore sarebbe riconosciuto quale figlio di re, salì a cavallo e<br />
fuggì via con somma prestezza. Giunse al luogo del riconoscimento; si<br />
presentò al re a cui consegnò la lettera. Il re non potendo dubitare<br />
della veracità dei contrassegni fu assai spiacente di vedere come suo<br />
figlio fosse storpio e brutto; ma ciò nullameno lo riconobbe e lo accarezzò<br />
come suo figliuolo. Intanto il vero, avendo invano cercato il suo<br />
cavallo ( 60 ), mosse in cerca del più vicino luogo abitato onde trovare<br />
rimedio alla grande miseria in cui era caduto. Si pose a servire in<br />
un'osteria, dove si fece molto amare pe' suoi modi e per la sua diligenza.<br />
Fattosi molto esperto dell'arte culinaria / entrò in qualità di<br />
cuoco in un albergo della stessa città in cui abitava il re suo padre.<br />
Quivi il giovane cuoco fece molto parlare di sé, e tutti i buongustai<br />
correvano in folla a godere della squisitezza delle sue vivande. Ne<br />
crebbe in modo la fama che il re volle gli fosse imbandito un lauto<br />
pranzo. Dopo che ne ebbe gustate le squisite vivande, fece chiamare<br />
il padrone dell'albergo per dirgli che era suo desiderio d'avere a servizio<br />
l'espertissimo cuoco. Il locandiere, quantunque molto largamente<br />
ricompensato, permise ( 61 ) con grande rammarico che l'abile cuciniere<br />
passasse ai servigi del re. Non andò guari che a corte fu riconosciuto<br />
dallo storpio maligno, che n'ebbe grande paura. Per liberarsene pensò<br />
di mostrarsi di continuo molto afflitto e piangente, onde il re avesse<br />
a chiedere la cagione della sua grande afflizione. / Lo stratagemma<br />
( 56 ) Segue una parola cancellata illeggibile.<br />
( 57 ) In interlinea, corregge una parola incomprensibile.<br />
( 58 ) Nel testo « al quale non si po- / potea ».<br />
( 5 ") In interlinea, corregge una parola incomprensibile, cancellata.<br />
( 60 ) Segue una parola cancellata non comprensibile.<br />
( 61 ) In interlinea, corregge un precedente « cedette » cancellato.<br />
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