Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi
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per gratitudine e per simpatia volea sposare la sua benefattrice. Ma<br />
questa, ferma nel volere il Dio d'Amore, corse nuovamente sua ventura.<br />
Giunse in un luogo dove la gente era meravigliata per una zitella,<br />
/ che da lunga pezza giacea inferma ( 78 ) senza prendere alcun<br />
cibo e senza profferire una parola e senza permettere che nessuno ponesse<br />
piede nella sua stanza. La nostra giovane ottenne che, durante<br />
un momento in cui l'inferma era addormentata potesse andare a ( 79 ) nascondersi<br />
sotto il suo letto. Quivi rimase cheta fino verso la mezza<br />
notte, tempo in cui vide entrare dalla finestra un giovane di meravigliosa<br />
bellezza, circondato da luce abbagliante, e che andò a porsi accanto<br />
all'inferma, la quale riprese facoltà di parlare. Dopo molte e molte<br />
carezze si posero anche a mangiare di cibi che comparivano per incanto,<br />
e dopo il cibo nuove carezze e nuove dolci parolette, alcune<br />
delle quali furono le seguenti: « Se i galli non cantassero, se le campane<br />
non suonassero, non mi scosterei ( 80 ) giammai dal tuo fianco ». Dopo<br />
non so quali altre parole e carezze il Dio d'Amore, poiché era appunto<br />
lui, cavò la lingua alla sua amante e partì. La nostra giovane diede<br />
ordine che per ( 81 ) [la domane del] giorno susseguente si / uccidessero<br />
tutti i galli del vicinato, e che non si avessero a suonare le campane<br />
e che poco prima dell'albeggiare applicassero tanta roba alla parte<br />
esterna della finestra della stanza in cui era la creduta inferma che<br />
non vi potesse entrare un raggio di luce. A giorno avanzato si avrebbe<br />
dovuto scoprire ad un tratto la finestra. Essendo proceduta la cosa per<br />
l'appunto, il Dio d'Amore per la grande sorpresa se ne fuggì senza ( 82 )<br />
levar la lingua alla sua amante, e però fu tutto scoperto. Il Dio n'ebbe<br />
tanto rammarico, che fu preso da indicibile afflizione. Giunse a sua<br />
notizia che una giovane (la nostra) si era meritata il soprannome di<br />
Consolatrice degli afflitti. Le mandò messaggi per dirle che era presso<br />
ad impiccarsi dalla disperazione, ed essa gli mandò il noto ( 83 ) capestro.<br />
Il Dio lo riconobbe e per uscir d'ogni dubbio spedì nuovo messaggio<br />
alla Consolatrice per dirle che la melanconia lo costringeva ad<br />
un continuo pianto dirotto; ed essa gli mandò il fazzoletto bianco. Al<br />
( 78 ) In interlinea; « giacea inferma » corregge « vivea in letto » cancellato.<br />
( 79 ) In interlinea; « andare a » corregge una parola incomprensibile.<br />
( 80 ) In interlinea, corregge una parola cancellata illeggibile.<br />
( 81 ) Sulla linea; «per» corregge un precedente «pel».<br />
( 82 ) In interlinea; « se ne fuggì senza » corregge un precedente « dimenticò di ».<br />
( 83 ) In interlinea, corregge « un », cancellato.<br />
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