Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi
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alle scale che mettevano agli appartamenti del mago; ma una donna<br />
condannata a scopare colla lingua sarebbe stata di insuperabile impedimento<br />
se non le avesse regalato una scopa, e questa gli fu tanto<br />
grata, che gli indicò la stanza dov'era l'Amore dei tre aranci; lo avvertì<br />
che non facesse il più lieve rumore perché quivi dormiva il<br />
mago. Il principe si introdusse pian piano nella camera indicatagli, vi<br />
trovò sopra una caminiera tre bei aranci, di cui si impadronì; quando<br />
stava per allontanarsi il mago si destò, gridò alle donne che arrestassero<br />
il ladro, ai polli, ai gatti, ai cani che lo dilaniassero, ma tutti ricordarono<br />
il beneficio avuto, e non gli opposero alcuna resistenza. Il giovane<br />
reale si era posto in salvo / quando si sentì preso da grandissima sete.<br />
Non essendo goccia d'acqua in quel posto, tagliò uno dei tre aranci, dal<br />
quale uscì bellissima fanciulla, che gli disse ( 35 ): «Dammi da bere».<br />
Avendole risposto « Da bere non ce n'ho », la meschina spirando esclamò:<br />
« Dunque morrò » ( 36 ). Dopo lungo cammino il principe fu nuovamente<br />
tormentato da sete ardentissima, e trovandosi presso a morire, si<br />
decise di tagliare il secondo arancio, da cui uscì pure una ( 37 ) leggiadra<br />
giovinetta, ch'ebbe la stessa sorte della prima. Trovata ( 38 ) una fonte<br />
volle tagliare l'ultimo arancio, dal quale uscì la più avvenente ( 39 ) delle<br />
fanciulle, che rimase in ( 40 ) vita avendo ( 41 ) potuto dissetarla, e la fece<br />
sua sposa. La grande felicità dei due conjugi reali ridestò i dispetti e<br />
l'invidia della vecchia caduta nel vaso da miele. Essa era una strega;<br />
chiese ed ottenne di porsi al loro servizio. Un giorno questa vecchia<br />
strega sorprese la giovane regina dormiente; figgendole uno spillo nell'orecchio<br />
la / tramutò in colomba, che volò via. Il principe di ritorno<br />
dalla caccia richiese della consorte, ed essendoglisi presentata la vecchia<br />
contraffatta disse: « Tu non sei la mia sposa ». A cui la vecchia: « Sì,<br />
certamente; devi pensare che una donna uscita da un arancio può ben<br />
avere virtù di tramutarsi: oggi mi son fatta brutta; domani potrò ridivenir<br />
più bella di prima. Lo sposo si acconciò a questa risposta. All'indomani,<br />
verso l'ora del pranzo, la colomba volò sulla finestra della<br />
cucina del re e chiese: « Cógo, bel cógo, che fai da mangiare ». Cuoco:<br />
( 35 ) « Gli disse » in interlinea, corregge tre parole cancellate e illeggibili.<br />
( 36 ) N.B. che la mia narratrice adopera nei dialoghi le precise parole che io riferisco.<br />
(Nota del Tiraboschi).<br />
( 37 ) In interlinea, sostituisce « altra giovi ».<br />
( 38 ) In interlinea, corregge « Abbattutosi ad » cancellato.<br />
( 39 ) In interlinea, « la più av- » corregge « un angiolo di bellezza », cancellato, fa<br />
seguito, in linea, «-venente ».<br />
( 40 ) « Che rimase in » in interlinea corregge « a cui sta volta » cancellato.<br />
( 41 ) In interlinea, corregge « potuto », cancellato.<br />
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