Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi
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L'amore dei tre naranci (laràns)<br />
Cfr. le Tre Melangole d'Amore, ch'è la XIV a delle Sessanta Novelle<br />
Montatesi, raccolta da Gh. Nerucci ( 31 ). (Vedi la fola dei Trei Mlaranz<br />
nel Propugnatore, An. III, Punt. 5) ( 32 ).<br />
Una volta c'era un figlio d'un re che voleva prender moglie. Siccome<br />
non trovava al suo paese alcuna fanciulla che gli piacesse, fece pubblicare<br />
che quelle ragazze che aspirassero alla sua mano venissero a<br />
passare sotto le finestre del suo palazzo, dove avrebbero trovato vasi<br />
ricolmi di miele a loro disposizione. Molte fanciulle gli passarono davanti<br />
servendosi tutte del miele esposto; esso era finito e ( 33 ) nessuna<br />
avea avuto la fortuna di piacere al principe. Capitò una vecchierella<br />
che si pose a raccogliere dai vasi il poco miele che vi potea esser rimasto,<br />
e in ciò facendo, cadde in un vaso a capo fitto. A tale vista il principe<br />
rise di tutto cuore, e la vecchia indispettita gli gridò: « Non riderai<br />
più finché non avrai trovato l'amore dei tre aranci. Infatti il figlio<br />
del re divenne cupo e tristissimo; a guarirlo non valsero rimedi, e dovette<br />
decidere / di porsi sulle tracce dell'Amore. Dopo molte ricerche<br />
gli fu detto che quell'Amore era custodito gelosissimamente in un palazzo<br />
di un mago, e che per tentarne l'acquisto era indispensabile fornirsi<br />
di olio e di sapone, di formaggio, di grano, di miele, di corda e<br />
di scopa. Il principe giunse alla dimora del mago, circondata da forti<br />
cancelli chiusi con grossi chiavistelli arrugginiti, cui poté smuovere a<br />
forza di olio e di sapone. Varcando l'ultimo cancello si trovò davanti a<br />
cani affamati, dai quali scampò gettando loro del pane; superato il pericolo<br />
dei cani, un nuvolo di gatti arrabbiati si sarebbe lanciato contro<br />
di lui se non avesse provveduto ( 34 ) alla loro fame molto formaggio.<br />
Dopo i gatti una miriade di polli, alla cui furia oppose un largo spargimento<br />
di grano. Non si era di molto avanzato quando si vide sbarrato<br />
il cammino da una vecchiarda ch'era dannata a filare senza saliva,<br />
quando le / offerse del miele si calmò e lasciollo passare. In un cortile<br />
si abbatté in una donna che senza posa dovea attingere acqua<br />
[da un pozzo] co' suoi propri capelli; non oppose alcuna resistenza<br />
quando si vide offerta della corda. Così il principe giunse<br />
( 31 ) Aggiunta sul margine superiore sopra il titolo.<br />
( 32 ) Aggiunta sulla riga tra il titolo e il testo.<br />
( 33 ) « Esso era finito e » sostituisce « e quando questo fu » cancellato.<br />
( 34 ) In interlinea, corregge « offerto », cancellato.<br />
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