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Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi

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Chiedo perdono a Sua Eccellenza del ritardo a risponderla. La causa è che<br />

arrivai a Bergamo ai cinque del corr.te dopo la cura di bagni di 34 giorni;<br />

essendo ancora convalescente, andai a passare parecchi giorni in campagna.<br />

Un mese dopo viene ricoverato al Manicomio Provinciale di Longuelo-Astino<br />

come affetto da demenza primitiva.<br />

La lettura della cartella clinica ( 23 ) ci offre un quadro più completo<br />

della persona e del carattere del Tiraboschi:<br />

Di robusta costituzione fisica e florida, di temperamento sanguigno, fu sempre<br />

parco e moderato sì nel mangiare che nel bere, di aperto intendimento<br />

del quale abusò per indefessa e soverchia applicazione mentale. Soffrì patemi<br />

d'animo per la morte di due figli 24 , e per motivi di professione e di suoi<br />

studi... Pare che la malattia abbia avuto inizio un anno e mezzo fa manifestandosi<br />

unicamente con facile irascibilità ed esaltamento in modo da riuscire<br />

talora a violenza nel trattare le cose e gli uomini, non naturale al suo<br />

carattere.<br />

Man mano perde la memoria e la conoscenza delle persone, si chiude<br />

in un ostinato mutismo, presenta « segni di depressione mentale profonda<br />

». Nei pochi giorni che rimane peggiora notevolmente, finché<br />

l'11 ottobre:<br />

Dopo lunga agonia questa mattina alle 10½ antim. ebbero fine le sue sofferenze<br />

togliendo alla società un uomo stimabilissimo.<br />

( 21 ) Voglio qui ringraziare il Prof. Della Torre che mi ha gentilmente fornito questo<br />

importantissimo documento, estremamente interessante anche sotto l'aspetto puramente<br />

clinico.<br />

( 24 ) La figlia Luigia gli era morta nel luglio del 1877, un anno dopo gli nasceva un<br />

altro figlio; come il Tiraboschi stesso ricorda: « Luigi Antonio Tiraboschi nacque<br />

il 19 Settembre 1878, alle 6 pom. — Otto giorni dopo moriva a Scano, dove fu<br />

anche sepolto... » (AT). A Scano andava per il baliatico. Quanto soffrì per la morte<br />

della bambina si può vedere dalla dedica dell'opuscolo che scrive per la commemorazione<br />

del Canonico Giovanni Maria Finazzi: «A Luigia Tiraboschi. A te, angioletto,<br />

sono dedicate queste poche pagine, scritte quando ancora ci scherzavi dattorno,<br />

lette mentre giacevi colpita da crudo morbo, stampate fra le lagrime versate per la<br />

tua morte. — Quale conforto possiamo noi trovare al nostro ineffabile dolore? Sorridici<br />

dal Paradiso, ed angioletto, quale ci piace di immaginarti, volita sopra di noi<br />

e sopra Sandrino, che in te ha perduta la cara sorellina, compagna de' suoi bambineschi<br />

trastulli. Poverino egli piange con noi! E tu, cara BIGIA, ci sorridi dal Paradiso<br />

».<br />

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