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Fiabe bergamasche - Vittorio Volpi

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un mago, che gli domandò che cosa chiedesse. Avendogli risposto<br />

che chiedeva lavoro, il mago lo invitò a volersi porre al suo servizio.<br />

Introdottolo in un'ampia stalla dove erano molti cavalli, gli diede in<br />

mano una frusta e gli disse: « Tu non farai altro che percuotere questi<br />

cavalli; alla fine di un anno e tre giorni io ti darò quel compenso che<br />

sarai per chiedermi ». Il giovane intraprese il suo crudele ufficio, quando<br />

udì un cavallo lamentarsi con linguaggio umano: « Chi sei tu? »<br />

domandogli. « Sono tuo nonno, dannato qui a questo supplizio, abbi<br />

compassione di me ». Ed infatti fu risparmiato. Quando fu alla fine<br />

dell'anno e tre giorni, il giovane, secondo le istruzioni avute dal nonno,<br />

chiese in pagamento l'asino che caca denari. Il mago fedele / alla promessa,<br />

glielo concesse. Tutto festoso prese il cammino verso casa paterna;<br />

ma siccome il viaggio era lungo, fu costretto a cercarsi alloggio<br />

in un'osteria. Quivi commise l'imprudenza di far cacare denari al suo<br />

asino, presente l'oste. Questi, durante la notte, poté scambiargli l'asino<br />

prezioso con un altro che gli rassomigliava perfettamente. Così, quando<br />

ebbe radunata molta gente del suo paese per farla assistere allo spettacolo<br />

di un asino che caca denari, raccolse beffe e dileggi. Ritornò al<br />

servizio del mago, e compiuto l'anno e tre giorni, chiese per mercede<br />

il mantile incantato, e lietissimo volle rivedere la sua famiglia. Ospitò<br />

nella stessa osteria, e qui, chiuso in una stanza [volle] fare esperimento<br />

del suo mantile. Appena spiegato sopra un tavolo, si ricopriva di tutti<br />

quei cibi, di cui egli formava ( 127 ) desiderio. Pieno di vino e di squisite<br />

vivande si addormentò; l'oste ( 128 ), che lo avea spiato, pose altro ( 129 )<br />

mantile nel luogo del mantile incantato. / L'incauto, arrivato al suo<br />

paese, si espose a nuove derisioni ed a nuovi scherni. Confuso fece ritorno<br />

al mago; sostenne l'ingrato supplizio ( 130 ) per altro anno e tre<br />

giorni, e dietro consiglio del nonno domandò per compenso la stanga<br />

picchia e torna. « Per mezzo di essa » gli disse il nonno, « riacquisterai<br />

l'asino e il mantile; poiché, quando dirai: ''Picchia e torna" nessuno<br />

potrà resistere alle sue percosse ». Più lieto che mai si recò all'osteria<br />

dove era stato derubato, mangiò, bevette e per iscotto ordinò alla<br />

stanga fatata che picchiasse. Fu uno spavento, grida, minacce, preghiere;<br />

famiglia e casa dell'oste era tutto sossopra, né lo scompiglio e le<br />

busse cessarono se non quando asino e mantile furono restituiti. Fece<br />

ingresso trionfante nel suo paese natale; radunò gran gente nella sua<br />

( 127 ) In interlinea, corregge «mostrava», cancellato.<br />

( 128 ) In interlinea, corregge due parole non leggibili.<br />

( 129 ) In interlinea, corregge una parola non leggibile.<br />

( no ) In interlinea, « sostenne l'ingrato supplizio » corregge parole non leggibili.<br />

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