2009 - Gustolocale
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svantaggio dei piccoli produttori per i quali l’Amarone è alle volte l’unico<br />
prodotto e non un fiore all’occhiello da esibire all’interno di una vasta<br />
gamma produttiva? Se poi passiamo dalla quantità alla qualità le luci e<br />
le ombre (ahimè, queste ultime purtroppo ben più numerose delle prime)<br />
permangono.L’anteprima dell’Amarone è stata l’occasione di degustare<br />
alla cieca 64 prodotti che danno uno spaccato sicuramente non esaustivo<br />
(mancavano alcuni mostri sacri, mancavano alcuni produttori che non hanno<br />
ritenuto pronto il loro vino) ma significativo dell’Amarone 2005. Quali<br />
conclusioni trarre?<br />
Le ombre<br />
L’annata sicuramente non facile non ha aiutato i produttori, ma la sensazione<br />
è che in generale l’annata c’entri poco con la decisione di virare decisamente<br />
verso quello che fra addetti ai lavori viene definito il “gusto internazionale”.<br />
Proprio così: la sensazione che ho avuto durante la degustazione è che molti<br />
produttori stiano decisamente veleggiando verso quella muscolosità, quei<br />
tannini legnosi, quei residui zuccherini alti che fanno tanto prodotto internazionale<br />
ma poco Valpolicella. Ecco quindi che ben dieci prodotti degustati<br />
non hanno raggiunto quel punteggio che mi aspetto da un Amarone e che,<br />
pertanto, ho relegato fra i non classificati. Tralascio, per amor di Amarone, di<br />
commentare quei prodotti che mi hanno colpito per la loro poca territorialità.<br />
Purtroppo, oltre ai dieci non classificati, un’altra ventina di prodotti mi hanno<br />
lasciato perplesso: legno, legno e ancora legno. E poi zuccheri, quasi se<br />
questi vini non avessero ancora deciso cosa faranno da grandi: il Recioto o<br />
l’Amarone. E poi ancora muscolosità. Insomma tutto il contrario di ciò che mi<br />
aspetto da un Amarone: eleganza, finezza, austerità. E poi, ancora, colori da<br />
Valpolicella, non impenetrabili inchiostri come mi è capitato di vedere, profu-<br />
mi complessi ed equilibrati, non monocordi aromi di tostatura e vaniglia.<br />
Le luci<br />
Per fortuna di luci ne ho trovate: almeno dodici prodotti erano eccellenti e<br />
rispecchiavano quella ricerca di eleganza e finezza che accennavo. Tralascio<br />
di esporre le schede di questi vini, tutti comunque fra gli 85/100 ed i 92/100,<br />
ma vale la pena di citarli: F.lli Fabiano Spa - Amarone Classico 2005 Nicola<br />
Fabiano; Accordini Stefano Az. Agr. s.s. - Amarone Classico 2005 Acinatico;<br />
Vini Armani A. - Amarone Classico 2005 Cuslanus - Monte Cariano - Amarone<br />
Classico 2005; Monte del Frà - Amarone Classico 2005 Tenuta Lena di<br />
Mezzo; Monteci s.s. - Amarone Classico 2005; Buglioni - Amarone Classico<br />
2005; Giuseppe Campagnola Spa - Amarone Classico 2005; Terre di Leone<br />
Srl - Amarone Classico 2005; Zenato Srl - Amarone Classico 2005; Tenute<br />
Galtarossa - Amarone Classico 2005. Poi ancora, fra le luci, un’altra ventina<br />
di prodotti che erano lì, con le loro potenzialità alle volte inespresse (peccato<br />
di gioventù) ma sicuramente da riprovare fra qualche tempo perché la stoffa<br />
e le premesse ci sono. Vini che permettevano di capire la loro origine, da<br />
quale valle provenivano e soprattutto dove volevano andare. In conclusione<br />
e a mio giudizio, ancora un’occasione perduta per l’Amarone, vino sicuramente<br />
ancora alla ricerca di una sua strada, ma che ha anche un dovere<br />
di responsabilità verso i milioni di acquirenti, non necessariamente esperti<br />
di Amarone e che rischiano di rimanere disorientati comprando bottiglie di<br />
diversi produttori e trovando, al loro interno, vini che in comune hanno solamente<br />
il nome.<br />
Mauro Pasquali<br />
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